Voltri vedutaGenova – Un forte odore di fognatura ammorba l’aria di Voltri da questa mattina. La puzza si sente in diverse zone del quartiere del ponente genovese e sui social finisce sotto accusa il depuratore costruito decenni fa e che, ormai, presenterebbe alcune problematiche note e mai risolte.

“Sono vent’anni almeno – dicono i segnalatori – che ciclicamente siamo inondati da questa puzza tremenda. Basta digitare le parole “puzza e Voltri” per veder apparire articoli di giornale sin dai primi anni 2000. Segnalazioni fatte a chi di dovere e mai nessuna soluzione”.

Da questa mattina è impossibile aprire le finestre in gran parte del quartiere del ponente genovese. Voltri è avvolta da una puzza insopportabile che arriva dal mare.

“Sono anni che facciamo segnalazioni e denunce – spiegano a Voltri – ma arrivano a fare due interventi che durano qualche giorni e poi tutto ricomincia. Siamo cittadini di serie B e inoltre al depuratore di Voltri sono stati convogliati negli anni, gli scarichi fognari di mezzo ponente. Come può una struttura così vecchia reggere un lavoro che addirittura è aumentato rispetto alla progettazione iniziale?”.

Diversi anni fa, sul mensile Il Voltrese era stata pubblicata questa intervista a Umberto Mongiardini del Coordinamento Comitati del Ponente.
Quanto scritto allora resta valido oggi e per questo ne pubblichiamo uno stralcio tratto dalla pubblicazione.

“Il depuratore di Voltri fu realizzato nel 2000 su un progetto del 1995, che si mostrò da subito lacunoso ed inadeguato, nonostante questo fu fatto presente più volte.
La struttura fu prevista per gestire le utenze di 60.000 persone (senza contare ospedali, case di cura, fabbriche ecc); ad oggi ne ha uno stimato di 120 mila e riceve sia le acque bianche che le nere, sopportando così una mole di scarichi che non riesce a gestire oltre a quelli di parecchi condomini (si dice circa il 40%), che non hanno a valle la suddivisione delle acque.
La struttura di Voltri è dotata di un trattamento biologico che si rigenera e che praticamente “mangia” i liquami lasciando dei fanghi che dovrebbero essere fatti essiccare e riutilizzati per i concimi; questo non accade, da noi vengono stoccati in sacchi e portati alla discarica come immondizia.
Questo ciclo biologico non funziona bene per via delle acque bianche che si mescolano ed anche delle sostanze chimiche che si trovano nelle fogne anche se non dovrebbero esserci, poiché si tratta di un depuratore civile e non industriale.
Il risultato è che i batteri muoiono e quindi, durante le giornate di scirocco (non poche nella città dove “il vento regna” ), i miasmi invadono irrimediabilmente molte vie (non bisogna inoltre dimenticare che vi sono delle vasche dietro alla struttura che trattano liquami a cielo aperto).
Esiste anche un gasificatore dovrebbe bruciare il 100% dei gas biologici prodotti; ovviamente questo non avviene e di conseguenza si avverte la puzza anche perché la struttura è stata realizzata sopra vento a ridosso delle abitazioni.
Un impianto del genere dovrebbe essere costruita lontano dalle case; in principio si era pensato alla foce del rio S. Pietro a Prà, poi di fronte all’uscita del casello dell’autostrada in un sito isolato, apparentemente migliore dell’attuale; infatti lì si era iniziata a realizzare una prima vasca (tuttora visibile al di là dei binari), ma poi sito venne spostato individuando la foce del rio S. Giuliano, dove si trova adesso.
La struttura oggi raccoglie gli scarichi di tutta Voltri, Prà (fino al risveglio), Crevari, i quartieri collinari, Fabbriche, Mele….. ed è un continuo espandersi allacciandosi ad un impianto che purtroppo non riesce a smaltire; quindi, quando succede che la struttura vada in tilt, o in caso di qualche guasto, si hanno 6 possibilità di scarico diretto in mare che si trovano: a Cerusa (sotto capolinea bus); di fianco agli ex cantieri Costaguta; un by pass diretto al rio San Giuliano; all’ingresso del VTE; al rio S. Pietro ed infine a Castelluccio.
Lo scarico diretto del depuratore degli altri residui di fine ciclo e quindi trattati, transita invece in un’enorme tubazione posta sui fondali marini; pochi sanno che è stata deviata in diagonale per giungere al largo del mulino di Crevari, in tal modo da non interferire con l’eventuale prolungamento della diga foranea del porto di Voltri, verso ponente.
Soluzionare il problema sarebbe oggi difficile asserisce Mongiardini; poiché come abbiamo visto l’apparato è insufficiente e realizzato già con un peccato originale, ovvero quello di una tecnologia obsoleta ed inadeguata per la zona servita.
Si dovrebbe quantomeno domandare una verifica sulle reali capacità dell’impianto ad una ditta esterna; servirebbero inoltre dei filtraggi a monte, una maggiore manutenzione, ma anche una verifica radicale di tutto l’apparato fognario del ponente suddividendo le acque nere dalle bianche fin dalla caditoia posta in strada.
Un opera ciclopica certamente ed improponibile alle esigue casse comunali, ma comunque qualcosa si potrebbe tentare; coprire almeno le vasche di trattamento posteriori all’impianto che si trovavano all’aperto; tentando di lenire, quella nauseabonda puzza di fogna davvero insopportabile, che in certe giornate a Voltri ci obbliga tutti a turarsi il naso.

(da Il Voltrese)

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