green passSavona – Sono accusati di aver fatto tamponi antigenici per ottenere il green pass in modo irregolare, privi dei permessi necessari e in una regione diversa da quella in cui potevano operare.
Un’infermiera di 45 anni della provincia di Cuneo e un medico della provincia di Cremona sono finiti nei guai ad Albenga dopo essere stati sorpresi, nel posteggio di un centro commerciale di Albenga mentre effettuavano test rapidi anti coronavirus facendo pagare una somma di 13,50 euro l’uno.
Secondo le ipotesi di accusa i due, sprovvisti dei necessari permessi comunali, offrivano un servizio per ottenere i green pass in condizioni non idonee e in una regione diversa da quella dove potevano farlo.
Il medico, in particolare, forniva gli accessi elettronici per registrare i  tamponi effettuati ma, secondo l’accusa dei finanzieri non avrebbe potuto farlo perché i test erano effettuati in una regione diversa da quella nella quale erano previsti.

Per poter prestare il servizio di controllo con tamponi e rilasciare la certificazione verde, è necessaria l’autorizzazione del Comune dove si svolge l’attività, occorre la comunicazione alla Asl e l’accreditamento al portale Poliss.
Resta da chiarire ora la posizione dei clienti che avrebbero dovuto capire che effettuare test tampone in un parcheggio di un centro commerciale non è la procedura corretta da seguire.