Nuova diga foranea progettoGenova – Serviranno 2 miliardi di euro e 15 anni di lavoro per realizzare la Nuova Diga Foranea con il progetto attualmente scelto per la costruzione. A lanciare l’allarme, precisando che altri progetti potrebbero comprendere anche lo spostamento a mare dei depositi petrolchimici osteggiati a Multedo e in arrivo a Sampierdarena, è il direttore tecnico Piero Silva, dimissionario a marzo proprio a seguito della “diatriba” sulle soluzioni tecniche adottate per il progetto.
A rivelare la criticità con ampia spiegazione tecnica la testata specializzata “ShippingItaly.it” con un dettagliato articolo a firma di Andrea Moizo.
Secondo l’autorevole testata l’ormai ex direttore tecnico spiega le motivazioni che lo hanno portato alle dimissioni e a lanciare un allarme di “fattibilità tecnica a rischio” per l’attuale progetto.
Secondo Silva, infatti, l’opera sarebbe “inattuabile nei tempi e ai costi previsti” mentre esisterebbe un progetto per una “diga giusta” che potrebbe ospitare anche i depositi costieri risolvendo uno dei tanti problemi della città.
Nell’articolo di ShippingItaly, infatti, si legge che esisterebbero dei problemi “geotecnici” per la fattibilità dell’attuale progetto e che se anche venissero risolti, secondo Silva “per un progetto di tali dimensioni ci vorranno almeno 2 miliardi di euro e 15 anni di lavori”.

Nei prossimi giorni è atteso il via libera del Ministero della Transizione Ecologica al progetto di fattibilità tecnica ed economica della nuova diga foranea del porto di Genova ma l’ombra di possibili problemi e il costo e la durata dei lavori potrebbero riaprire la discussione.
Tra i punti in discussione la quantità di rocce da cava che sarebbero necessari per creare la base sommersa della Nuova Diga Foranea che, tra le altre cose, poggerebbe su un fondale di 50 metri e oltre su uno strato di sedimenti molto fini e forse non idonei a questo tipo di costruzione.
In ogni modo si parla di 11 milioni di tonnellate di rocce che arriverebbero via mare dopo essere state stoccate al terminal PSA di Prà-Voltri dove la notizia ha già fatto scattare le antenne di chi teme che possa essere anche un tassello per procedere al prolungamento del porto verso Voltri.
L’ormai ex direttore tecnico si è dimesso lasciando però una “controproposta” definita in termini molto mediatici “la diga giusta”.
Un progetto alternativo a quello in corso e che permetterebbe, tra le altre cose, anche il superamento delle proteste dei residenti di Sampierdarena e di Multedo per la presenza dei depositi petrolchimici.
Il nuovo progetto, infatti, prevederebbe lo spostamento “a mare” dei depositi e l’ottenimento della cosiddetta “opzione Zero” che prevede l’allontanamento da tutte le zone abitate dei depositi di materiali pericolosi.

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(progetto pubblicato da ShippingItaly.it)