Levanto (La Spezia) – La schiusa delle uova di tartaruga del nido di Levanto tardava un pò troppo ed ora il “mistero” è stato chiarito e la brutta notizia è stata diffusa oggi: nessuna delle uova è risultata vitale. In parole povere nessuno degli embrioni presenti è sopravvissuto.
Ieri sera al tramonto sulla spiaggia libera di Levanto è stato ispezionato il nido deposto nella notte del 15 luglio scorso da un grande esemplare di Caretta caretta. Giunti al 70° giorno dalla deposizione, essendo ampiamente sorpassato il periodo di schiusa previsto in base ai dati di temperatura rilevati, gli esperti di Acquario di Genova, Laura Castellano, Maddalena Iannacone e Natalia Perez, ARPAL, Dario Ottonello e Valentina Giussani, Università di Genova, Fulvio Garibaldi, e Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Val d’Aosta In Liguria, Nicola Pussini e Chiara Masotti, hanno aperto il nido per verificare la situazione.
L’operazione è stata condotta in collaborazione e secondo le indicazioni degli esperti dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Toscana (ARPAT), Cecilia Mancusi, e Università di Pisa, Marco Zuffi, anche loro presenti, che da anni gestiscono le nidificazioni di questa specie di tartaruga marina in Toscana.
Nella camera del nido, posta tra i 38 e i 48 cm di profondità nella sabbia, sono state rivenute 117 uova, di cui 4 molto piccole. Da un primo esame visivo, sono apparse piuttosto disidratate, ingiallite, ripiegate e con qualche segno iniziale di presenza di muffe. Nessun uovo è risultato vitale. Tutte le uova sono state prelevate una per una, accuratamente spazzolate, pesate, misurate e poste in contenitori per essere trasportate nei laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Val d’Aosta In Liguria dove verranno condotte analisi più approfondite.
L’ipotesi formulata dagli esperti è che le uova non fossero fecondate o che lo sviluppo si sia fermato in una fase iniziale. Per avere la conferma definitiva bisognerà comunque attendere i risultati delle analisi.
Il monitoraggio del nido di Levanto ha coinvolto per oltre due mesi il gruppo di esperti liguri coordinato dall’Acquario di Genova e composto da ARPAL, Carabinieri, Comune di Levanto, Guardia Costiera, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Val d’Aosta, e Università di Genova con la collaborazione del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Comune di Levanto, l’associazione Life on the Sea ONLUS e Legambiente. Nell’attività di monitoraggio sono stati coinvolti anche oltre 100 volontari coordinati dalla responsabile dall’Associazione Life on the sea Soraya Pelvio che sono stati formati e hanno svolto un presidio continuativo del nido, assicurandosi, sotto la guida degli esperti, che non si verificassero eventi che potessero interferire con il buon esito della nidificazione. Attività che li ha visti impegnati anche in momenti complicati come la mareggiata del 9 e 10 settembre.
Grazie alla collaborazione del Comune di Levanto, oltre alla recinzione intorno al nido, e alla sorveglianza in remoto, con l’avvicinarsi del momento della possibile schiusa, è stato programmato lo spegnimento delle luci della passeggiata per non deviare la normale traiettoria dei piccoli verso il mare nel momento della fuoriuscita ed è stata installata una webcam a infrarossi, messa a disposizione da La Lince, per poter monitorare il nido h 24 , e consentire a tutti di seguire l’evento senza recarsi sul posto.
Il lavoro condotto dalla squadra di esperti e volontari, nonostante la nidificazione non abbia prodotto nessun nuovo nato, è un esempio virtuoso di collaborazione tra enti pubblici, privati e cittadini che ha avuto come obiettivo la salvaguardia della natura riconosciuta come patrimonio comune cui ognuno può contribuire facendo la propria parte.
Oltre alla mobilitazione di esperti e volontari, la nidificazione ha suscitato fin dai primi giorni grande interesse e partecipazione da parte della cittadinanza di Levanto e dei numerosi turisti presenti nella località ligure che, grazie agli esperti e ai materiali divulgativi realizzati dal gruppo di lavoro, hanno potuto approfondire la conoscenza di questa specie di tartaruga marina e imparare anche come poter contribuire alla sua salvaguardia. Per consolidare questa partecipazione e coinvolgere anche i più piccoli, il Comune di Levanto a fine luglio ha indetto un concorso rivolto ai bambini per scegliere il nome della tartaruga che ha nidificato sulla spiaggia levantina che ha portato a selezionare il nome Alice.
La raccolta dei dati effettuata in occasione di questa nidificazione è inoltre un patrimonio importante dal punto di vista scientifico che contribuisce ad approfondire la conoscenza della specie Caretta caretta e a sviluppare modelli di gestione del territorio che possano contribuire alla sua conservazione.