frecceGenova – E’ già in carcere, a Marassi, Evaristo Scalco, il 63enne accusato dell’omicidio del 43enne Javier Romero Miranda, colpito nella notte tra martedì e mercoledì da una freccia scoccata con un arco al termine di una lite per futili motivi.
L’uomo era sceso in strada per soccorrere la vittima dopo averla colpita con una freccia all’addome dopo avergli intimato più volte di smettere di disturbarlo con i toni di una lite con un’altra persona. Un omicidio senza senso ma che ha radici profonde nel disagio che da tempo serpeggia nel Centro Storico genovese e che vede contrapposti i residenti in cerca di quiete e la “Mala-Movida” con eccessi di ogni genere che trasformano l’abitare nella parte antica della città in un “inferno”.
L’episodio, gravissimo e ingiustificabile, è solo l’ultimo di una serie di “reazioni violente” di cui sono testimoni i molti frequentatori del centro storico ed in particolare della zona della “Movida” dove locali e piazzette si trasformano in ritrovi per persone in cerca di qualche ora spensierata ma anche di teppaglia capace di ogni disturbo e spesso in preda agli effetti di abbondanti bevute.
Una situazione “al limite” che spesso emerge in tutto il suo fragore con lanci di oggetti dalle finestre, scarico di liquami più o meno pericolosi e veri “attentati” alla persona quando gli oggetti lanciati possono rappresentare un serio pericolo per chi viene colpito o trasformarsi il lesioni permanenti quando i liquidi lanciati sono acidi pericolosi o sostanze infiammabili.
Una lotta quasi quotidiana tra il diritto al riposo e quello al divertimento che vede purtroppo contrapporsi anche veri e propri teppisti e residenti che probabilmente non si rendono conto che lanciare una bottiglia di vetro da decine di metri di altezza non può essere considerata una “protesta” ma è un vero e proprio tentato omicidio.