cantiere edile, operaio, costruzioneIn Liguria il consumo del suolo continua inarrestabile ed anche nel 2021 troppa cementificazione ed impermeabilizzazione del territorio.
Nella giornata mondiale del consumo di suolo alcuni numeri sono utili per descrivere lo stato dell’arte, in una regione a forte dissesto idrogeologico.
A ricordarli Legambiente Liguria, grazie ai dati puntuali del Rapporto Nazionale Ispra “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2022” che descrivono un trend di consumo di suolo in continua crescita.

In un anno, tra il 2020 e il 2021 nella regione sono stati impermeabilizzati 39,2 ettari di terreni con le province della Spezia e quella genovese con quasi l’8% di territorio complessivamente consumato.
Le province di Imperia e di Savona vedono un consumo di suolo pari rispettivamente al 6,35% e 6,68%.
Il comune della Spezia, tra il 2020 e il 2021 è quello che ha versato più cemento, esattamente per 7,67 ettari, segue quello di Genova con 5,39 ettari, mentre i comuni di Imperia e Savona si arrestano a 0,93 ha e 0,52 ha.
Nella classifica ligure dei comuni con maggior consumo di suolo complessivo, tre hanno consumato più del 30% del loro territorio e sono tutti in Provincia di Imperia, San Lorenzo al Mare (37,22%), Diano Marina (33,24%) e Vallecrosia (32,84).
In quella di Savona Albisola Marina (25,45%), Pietra Ligure (24,09%) e Bergeggi (23,75%) In Provincia di Genova svetta Chiavari (29,2%) e in quella della Spezia è il comune capoluogo con il 28,44%.

«Preoccupa l’aumento dell’impermeabilizzazione e del consumo di suolo nella nostra Regione – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – e l’assenza di politiche per de-impermeabilizzare e restituire spazio a rii, torrenti e fiumi. Solo rallentando la forza dell’acqua, mantenendo i versanti, delocalizzando i cittadini che vivono in aree idrogeologicamente pericolose e azzerando il consumo di suolo, potremo vivere in città e borghi più sicuri. Anche le infrastrutture stradali e autostradali sono protagoniste del consumo di suolo e l’avvenuta firma del Protocollo di intesa per il progetto della gronda ci preoccupa, anche da questo punto di vista. Un progetto figlio di una bulimia infrastrutturale che concepisce lo sviluppo a colpi di cemento, viadotti e asfalto con opere che renderanno ancora più fragili i territori attraversati».