Alberto Scagni omicidioGenova – Il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di rito abbreviato avanzata dagli avvocati difensori di Alberto Scagni l’uomo che ha ucciso a coltellate la sorella Alice, lo scorso 1 maggio, sotto l’abitazione di lei, a Quinto.
Secondo il magistrato, infatti, poiché l’imputato rischia una condanna all’ergastolo e poiché gli vengono contestate le aggravanti della crudeltà e della premeditazione, non può accedere alla formula “semplicificata” del processo che prevede uno sconto sino ad un terzo della pena, per chi la accetta/richiede.
Quanto avvenuto davanti al giudice per le indagini preliminari, però, era quasi scontato ma gli avvocati della difesa di Alberto Scagni hanno tentato perché così prevede l’iter giudiziario nel nostro Paese. La richiesta di rito abbreviato deve essere richiesta durante questa fase processuale.
In aula, insieme all’imputato, erano presenti anche i genitori di vittima e carnefice e il marito di Alice Scagni, minacciato a sua volta da Alberto durante le numerose chiamate fatte ai familiari con l’intento di chiedere denaro.
Prosegue anche l’indagine parallela a quella per l’omicidio e che vede indagati alcuni agenti di polizia e un medico. Secondo l’ipotesi di accusa, infatti, non sarebbero intervenuti quando richiesto dai familiari di Alice Scagni a bloccare la mano assassina che solo poche ore prima del delitto aveva chiaramente fatto intendere al padre la possibilità di un finale tragico.
Su questo fronte è stato disposto un prolungamento delle indagini che servirà ad ascoltare alcuni testimoni.

Alice Scagni e Alberto Scagni