Luca Delfino, assassinio Antonella MultariGenova – Sta suscitando molta paura e forti polemiche la notizia dell’evasione di un paziente della struttura di cura psichiatrica (Rems) di Prà dove verrà trasferito entro fine mese Luca Delfino, il barista che uccise con decine di coltellate, per strada, l’ex fidanzata Antonella Multari e che è stato sospettato (e poi scagionato) dell’omicidio di un’altra ex compagna, trovata sgozzata nel centro storico.
La notizia parla di una evasione neppure poi troppo rocambolesca dalla struttura di Villa Caterina, sulle alture del quartiere, con il paziente che riesce a forzare la porta di ingresso ed esce senza troppi problemi per essere ritrovato poco dopo.
I residenti della zona sono in allarme da mesi per l’arrivo di Delfino e tornano a chiedere che le autorità cittadine prendano in esame la possibilità di mandare il killer altrove.
Molte della famiglie che abitano vicino alla struttura di recupero psichiatrico hanno già annunciato proteste e di aver chiesto di potersi armare nel timore di una fuga dell’uomo.
Quantomeno si chiede che la struttura venga sottoposta alla massima sorveglianza possibile visto che Delfino è stato riconosciuto ancora “socialmente pericoloso” ed una sua eventuale fuga sarebbe un rischio potenziale.
I residenti del quartiere infiammano i social con polemiche e proteste e non è escluso che, in vista dell’arrivo del paziente “speciale” vengano organizzate iniziative di protesta meno “silenziosa”.
Intanto ci si chiede se non ci siano strutture più adeguate per un “ospite” davvero particolare come Delfino che non ha esitato ad accoltellare per strada la ex fidanzata “colpevole” di non voler tornare con lui.
Delfino aveva anche minacciato la madre della vittima e la sorella di un’altra sua ex compagna, la genovese Luciana Biggi e anche se poi si è scusato resta la paura di chi quelle minacce se le è sentire rivolgere.
D’altro canto, dopo l’invio di un paziente ad alto rischio nella struttura di Calice al Cornoviglio, nello spezzino, l’unica struttura ligure che resta è quella di Pra’ e la Legge consente ai detenuti di scegliere la destinazione più vicina ad un parente che possa in qualche modo essere di “aiuto” nel percorso di recupero.
L’unico familiare che è rimasto vicino a Delfino è il padre che vive a Serra Riccò e dunque la scelta appare “obbligata”.