Fucili cacciaLiguria – Ben 7 cani predati dai lupi in Liguria nel periodo tra novembre e dicembre, la maggior parte nei boschi. E’ quanto emergerebbe dal report di FederCaccia – l’associazione italiana dei cacciatori – presentato oggi presso la Regione Liguria e che evidenzia una “polarizzazione” sempre più forte tra chi difende gli animali e chi invece li considera da sempre “specie nociva”.
Secondo il report di Federcaccia, infatti l’incremento della popolazione dei lupi in Italia con 3300/3600 esemplari (dati Ispra) e il cambiamento delle abitudini, dalla maggiore confidenza con l’uomo al fenomeno dell’ibridazione e della diffusione di patogeni con i cani, avrebbe portato ad un altro rischio concreto: che i cani vengano percepiti anche come prede.
Per questo il Coordinamento Cacciatrici Federcaccia col supporto di Federcaccia Nazionale, in collaborazione con l’Ufficio Studi e Ricerche della Federazione, ha raccolto un vero e proprio report che registra episodi comprovati di attacchi e predazioni dei cani da parte del lupo in Italia.
Nel report, che è stato chiuso il 31 agosto 2023, sono state registrate circa 400 predazioni.

Numeri che, secondo l’assessore regionale all’Ambiente, Alessandro Piana, cacciatore convinto – sarebbero “altissimi” e “che come Regione e anche come Paese non possiamo assolutamente permetterci”.

Secondo i dati diffusi la fotografia generale che dà lo studio di Federcaccia dimostra che la maggior parte delle predazioni avviene alla mattina, per un 60,7% e per il 18% di notte, per lo più da parte di un branco (49,4%) e, nel 25,8% dei casi da parte di un individuo isolato.
Sempre secondo i dati diffusi la maggior parte delle predazioni (52,8%) avverrebbe in aree boscate ovvero in luoghi dove il lupo è “in casa sua” ma un 24,7% degli attacchi avverrebbe anche in case isolate e per il 15,7% in contesti agricoli.
La stragrande maggioranza dei cani attaccati (69,7%) arriva al decesso.
Il danno economico in genere si attesta tra i 1000 e i 5000 euro, mentre per il 17,8% dei casi la perdita va dai 5000 ai 10000 euro. Gli stessi monitoraggi regionali vedono il progressivo avvicinamento di esemplari nelle aree antropizzate, anche sulla base delle segnalazioni che pervengono dai cittadini, dai Comuni e dalle associazioni. Come hanno segnalato Villa e Campanile per Federcaccia, nelle ultime settimane di novembre e dicembre ci sono stati in Liguria 7 episodi di predazioni acclarate di cani, poi molti non vengono denunciati (secondo il report la predazione è denunciata formalmente per un 53,9% sul totale degli avvenimenti) o è difficile risalirvi.
Regione Liguria sta rafforzando da mesi le azioni di comunicazione ed educazione a comportamenti che evitino la confidenza di esemplari con l’uomo e il monitoraggio con fototrappole. A questi si sono aggiunti gli interventi di dissuasione in particolari casi di esemplari confidenti e l’implementazione del fondo per il risarcimento dei danni al bestiame”.

(nella foto l’Assessore della Regione Liguria Alessandro Piana)

Alessandro Piana cacciatore

Questi i dati diffusi nel Report a firma di FederCaccia:

I dati dell’ultimo monitoraggio sulla specie ‘Canis lupus’ in Italia pubblicati da ISPRA nel 2022 e riferiti al biennio precedente, evidenziano circa 3.300/3600 esemplari distribuiti in quasi tutte le regioni italiane ad esclusione delle isole.
Un aumento esponenziale per questa specie, che agli inizi degli anni Settanta era considerata a rischio di estinzione nel nostro Paese, con pochi esemplari rimasti a popolare per lo più impervie aree montane.

“L’incremento della popolazione di lupi in Italia – spiega il report di Federcaccia – assieme al fenomeno dell’ibridazione con i cani randagi – un aspetto preoccupante e troppo spesso sottovalutato per la conservazione della specie – ha inevitabilmente comportato un aumento delle occasioni di incontro, accrescendo il rischio di incidenti. Tralasciando i conflitti con gli animali di allevamento, negli ultimi anni sono drammaticamente aumentate le segnalazioni di attacchi e predazioni da parte dei lupi nei confronti di cani da caccia, da guardiania e anche dei cani domestici”.

“Questo fenomeno – prosegue il Report – ultimamente ha raggiunto una risonanza sempre maggiore, sia a causa dell’impatto di tali eventi sui social media, che di una copertura mediatica generale sempre più diffusa, anche se spesso legata a realtà locali. Nasce pertanto dalla volontà di ricostruire un quadro di insieme che meglio permetta di cogliere il fenomeno, se non nella sua interezza sicuramente in modo più ampio, l’iniziativa del Coordinamento Cacciatrici Federcaccia con il supporto di Federcaccia Nazionale in collaborazione con l’Ufficio Studi e Ricerche della Federazione di raccogliere e catalogare episodi comprovati riguardanti gli attacchi e le predazioni dei cani da parte del lupo sul territorio italiano”.

“Il lavoro – spiega ancora il Report di FederCaccia – è frutto di ricerche e analisi libere da preconcetti e basate su dati oggettivi sistematicamente organizzati con un approccio che, pur non volendo essere né sostituirsi a quello scientifico dei tecnici e dei ricercatori, è improntato al massimo rigore. Nel Report, che è stato chiuso in tipografia il 31 agosto 2023, sono state registrate circa 400 predazioni, tutte attentamente verificate. Il lavoro del Coordinamento non si è fermato, il gruppo di lavoro continua a raccogliere e registrare predazioni che si verificano con sempre maggiore assiduità indistintamente su tutto il territorio italiano. Il Report rappresenta dunque un contributo fattivo, frutto di un lavoro attento sul territorio mettendo – come spesso accade per la gestione della fauna e dell’ambiente – il lavoro e l’operato dei cacciatori, a disposizione della società e delle Istituzioni competenti, pensato proprio come strumento per chi, Ente o figura professionale, è preposto a fare del fenomeno una analisi approfondita dando risposte a una sempre più larga fascia di popolazione chiamata a convivere con il lupo”.

Le predazioni – come dimostrano numerosi episodi messi in luce anche nel Report –  possono infatti avvenire sia in ambienti naturali, come boschi e foreste, che in contesti urbani, come cortili e strade di paesi o città.
La gestione di questo fenomeno, che diventa di giorno in giorno sempre più drammatico -sei i casi registrati nel solo weekend del 2/3 dicembre – è, oltre che una richiesta di sicurezza da parte della società, un elemento cruciale per garantire una convivenza pacifica ed equilibrata tra l’uomo e il predatore.

“Il lupo non è una specie cacciabile e in tutta chiarezza non interessa ai cacciatori in quanto tali che lo sia. Ciò non toglie però che come cittadini che vivono la ruralità e sono vicini a tutte le attività a questa legate, siamo interessati a che la gestione del lupo e dei conflitti vengano affrontati dalle Istituzioni” ha dichiarato Massimo Buconi, presidente nazionale di Federcaccia, nel corso della prima presentazione del Report svoltasi a Roma il 24 ottobre.“Il tema delle predazioni dei cani da parte del lupo richiede da queste un approccio equilibrato, basato su evidenze scientifiche e non da mode o ideologie – ha commentato Buconi – Purtroppo non esistono soluzioni semplici. L’unica cosa che è certa è che né un protezionismo assoluto né l’eradicazione totale sono strade percorribili. È fondamentale trovare un punto di equilibrio tra la doverosa tutela della specie e la gestione responsabile delle attività umane. Da questo punto di vista una corretta gestione della specie lupo diventa quanto mai urgente e indispensabile e sono convinto che questo lavoro possa dare a chi è chiamato a farlo – Governo, Ministeri, Istituti di Ricerca, Regioni… – il suo contributo per proseguire in questa direzione”.

“La Federazione Italiana della Caccia ha deciso attraverso l’ottima attività svolta dal Coordinamento Nazionale delle Federcacciatrici – dice Andrea Campanile, presidente regionale della Federazione Italiana della Caccia – di esaminare nel modo più dettagliato possibile il fenomeno sempre più attuale delle predazioni da lupo nei confronti di animali da affezione, principalmente i cani. E ciò anche al fine di colmare una lacuna in quanto un analogo studio in Italia non risulta essere stato ancora compiuto. I dati che sono emersi dal primo anno di rilevazioni sono stati oltremodo significativi. Lo studio ovviamente proseguirà negli anni a venire. Si precisa che questo studio non riporta dati strettamente scientifici, in quanto non è stato possibile analizzare il DNA residuo di ogni predazione per attribuirne con certezza la paternità al lupo, ma certamente riporta dati veri, attentamente valutati e documentati. I cacciatori non hanno alcun interesse nei confronti del lupo, come specie cacciabile, ma, quali profondi conoscitori del bosco e dei suoi segreti, hanno ritenuto indispensabile affrontare questa novità, che incredibilmente non pare di interesse a soggetti scientificamente certamente più qualificati”.

“Proprio come sottolineato dal Presidente – ha aggiunto Isabella Villa, responsabile del Coordinamento Cacciatrici – il nostro report si propone di fornire una fotografia dettagliata di quanto sta succedendo in ambiente venatorio, con la predazione dei cani da caccia, ma non solo. Purtroppo non sono isolati i casi di cani predati mentre si trovavano a passeggio, a guinzaglio, con i loro padroni. Una fotografia comunque incompleta perché ancora troppe persone preferiscono non denunciare, anche se in questo senso stiamo notando un certo cambiamento di mentalità”.

“D’altra parte – ha aggiunto – la stessa Unione Europea si sta occupando della “questione lupo”, valutando un declassamento del suo status da specie particolarmente protetta a specie protetta, mentre la Svizzera ha già varato un piano di abbattimenti mirati”.

“Noi stiamo proseguendo nella nostra raccolta dati – ha concluso- per poter continuare a fornire un quadro il più dettagliato possibile di quanto accade. Questo quadro sta evidenziando uno stato di allarme sempre più diffuso, ove sindaci invitano la gente a non uscire le notte per evitare incontri indesiderati. Un chiaro limite alla libertà dei cittadini”.

“Ringrazio il Coordinamento Cacciatrici Federcaccia, Federcaccia nazionale e l’Ufficio Studi e Ricerche della Federazione – dice il vice presidente della Regione Liguria con delega all’Agricoltura, all’Allevamento, alla Caccia e al Marketing territoriale Alessandro Piana – per questa analisi approfondita che mette a disposizione delle Istituzioni e dei cittadini, andandosi ad assommare ai monitoraggi regionali sulla presenza del lupo, attraverso il personale del Nucleo regionale di Vigilanza faunistico-ambientale. I fenomeni delle predazioni mostrano numeri altissimi che come Regione e anche come Paese non possiamo assolutamente permetterci. Oltre alla rilevanza dei dati in sé, attestano anche un cambiamento nelle aree geografiche interessate. Comunicazione ed educazione contro la disinformazione, campagne di monitoraggio con fototrappole, attivazione di interventi di dissuasione di esemplari confidenti, implementazione del fondo per i risarcimenti, introduzione di norme che sanzionino chi offre volontariamente cibo sono alcune delle azioni che la nostra Amministrazione ha intrapreso per favorire una corretta convivenza tra l’uomo e il lupo.
Con la nuova programmazione abbiamo un’azione che possiamo utilizzare per incrementare il supporto regionale: la possibilità di predisporre bandi specifici per particolari settori, aree o tematiche, circostanza praticamente impossibile nel vecchio ciclo di programmazione”.

“La presenza del lupo sul territorio nazionale e nello specifico in Liguria -spiega il deputato e membro della Commissione Agricoltura della Camera Francesco Bruzzone -, in modo particolare in alcune aree in cui la concentrazione è veramente elevata, sta diventando insostenibile per l’essere umano. Siamo di fronte ad uno squilibrio della presenza di questo animale selvatico. Tutti siamo concordi sulla convivenza tra uomo e lupo ma, per quanto mi riguarda, da oggi in alcune realtà la convivenza non ci può più essere perché siamo arrivati alla sudditanza. Se hai paura, non puoi uscire di casa col tuo cane al guinzaglio, se spariscono gli altri animali domestici come i gatti, se siamo di fronte in Italia ad alcune aggressioni che hanno visto coinvolti anche gli uomini -come ho illustrato poco tempo fa in un intervento in aula alla Camera dei Deputati-, è necessario prendere provvedimenti e fare qualcosa. Sì alla convivenza, no alla sudditanza. Ben venga il declassamento a livello europeo, ma è anche necessario provvedere sul versante legislativo a livello nazionale. Alla Camera dei Deputati è stata discussa in Commissione Agricoltura una legge sui grandi carnivori, nella fattispecie lupo e, per quanto riguarda altre realtà distanti dalla Liguria, anche l’orso. Spero che finiscano i rallentamenti e le prese di posizione di chi a tutti i costi antepone il lupo alle attività umane e, in alcuni casi, anche alla sicurezza degli uomini. Ringrazio Federcaccia per questo report in cui emerge quello che ormai sosteniamo da tempo. Spero che la prossima presentazione in cui verrà illustrato lo studio di Federcaccia, il 9 gennaio all’interno della Camera dei Deputati, possa produrre un sollecito riscontro anche da parte di chi ha idee di carattere diverso”.

Chi desiderasse seguire l’evento potrà farlo attraverso la pagina ufficiale di FederCaccia nazionale a questo indirizzo

A stretto giro di posta è arrivata la risposta delle Associazioni Animaliste che contestano le informazioni e i dati diffusi questa mattina (Leggi la notizia qui)

sulla sua pagina Facebook, la risposta di Ugo De Cresi (pseudonimo di Ugo Ventullo) appassionato osservatore naturalista che da anni segue diversi branchi di lupi nell’entroterra ligure e ne studia comportamento e vita.

“La notizia di sette cani sbranati da lupi è infondata – scrive De Cresi / Ventullo – non sorretta da dati certificati. Il report di Federcaccia è basato su dati frutto di dichiarazioni perlopiù di cacciatori ed è carente di credibilità, fondatezza scientifica e semplice preparazione della materia. E’ sufficiente ricordare che in un lasso di tempo enorme sono state raccolte 89 sterili esigue segnalazioni.
E basti pensare che sono state inserite le regioni sardegna e sicilia note per l’assenza del lupo”.

“A domanda precisa – accusa poi De Cresi / Ventullo – Ispra ha considerato questo report come “impreciso”. I veterinari forniscono numeri di zero predazioni da lupi ma 100% interazioni con cinghiali. Regione Liguria dichiari, quando, come e dove sta “raccogliendo dati con fototrappole” geolocalizzando e certificando i dati”.

Secondo l’appassionato naturalista “laddove venisse appurato che si basa su dati raccolti da soggetti privati che “chiedono donazioni” si tratterebbe di un grave episodio”.
Nel suo intervento su Facebook, De Cresi / Ventullo precisa anche che, “gli interventi di dissuasione su esemplari confidenti devono seguire le autorizzazioni Ispra per ogni singola attività. In mancanza dei presupposti chi spara incorre nel reato 544 ter codice penale”.

Inoltre l’appassionato osservatore chiede alla Regione Liguria “perchè non rende pubblici i dati del Report” si dice certo di poter smentire molti dei dati raccolti”.

De Cresi è molto critico anche con i giornalisti che, in questo come in tanti altri articoli, offrono la possibilità a lui, e a chiunque altro abbia “voce in capitolo” di far conoscere la loro posizione sull’argomento.
Un rispetto non sempre “ricambiato”