Gaurdia di FinanzaSavona – Un’indagine della Guardia di Finanza ha permesso di smascherare una organizzazione criminale che comprava e rivendeva pneumatici evadendo sistematicamente il pagamento dell’Iva permettendo lauti guadagni e facendo un’ingiusta concorrenza ai negozi e alle aziende che operano in modo corretto e pagando le tasse.
I finanzieri hanno arrestato 4 persone ed eseguito perquisizioni e sequestri di beni e immobili.
I militari del Comando Provinciale di Savona hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa su richiesta dell’Ufficio della Procura Europea (E.P.P.O.) di Torino dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari di Savona nei confronti di quattro soggetti per associazione per delinquere (art. 416 c.p.) e reati tributari (D.Lgs. 74/2000).
Sono stati anche contestati addebiti per responsabilità amministrativa degli enti (D.Lgs. 231/2001) a società aventi sede in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, destinatarie di decreti di perquisizione, ed eseguiti sequestri preventivi per equivalente di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per circa dieci milioni di euro.
Le indagini, coordinate dalla Procura Europea e sviluppate dal Gruppo di Savona, hanno disvelato l’esistenza di un’organizzazione criminale specializzata nella costituzione di società “cartiere” inserite in un sistema di “frode carosello”, finalizzato all’acquisto di pneumatici da venditori comunitari, quindi in regime di non imponibilità, rivenduti successivamente ad aziende nazionali ad un prezzo marcatamente inferiore a quello di mercato, in evasione di I.V.A. ed alterando le regole della concorrenza.
La costituzione delle aziende ritenute riconducibili ai soggetti indagati era di fungere da intermediari fra i fornitori con sede in Paesi dell’Unione Europea (Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Germania, Spagna e Ungheria) e gli acquirenti nazionali, accollandosi il debito di imposta, che sistematicamente non veniva versata all’Erario, e consentendo a questi ultimi un notevole vantaggio economico (derivante dall’acquisto della merce a prezzi estremamente concorrenziali) e fiscale.
Le attività investigative, svolte anche attraverso l’imprescindibile ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, e indagini finanziarie, hanno infatti evidenziato come le aziende oggetto dell’attività investigativa, fossero delle vere e proprie scatole vuote in quanto risultavano intestate a vari prestanome nullatenenti, erano prive di una reale sede operativa, erano sprovviste dei mezzi necessari allo svolgimento dell’attività dichiarata e
intestatarie di rapporti bancari movimentati in entrata ed in uscita da flussi riferibili esclusivamente alla compravendita di pneumatici (non erano presenti altre voci di spesa tipiche per un’attività d’impresa – costi per utenze, affitti, noleggi/acquisto attrezzature e/o altri beni mobili, prestazioni di terzi, consulenze commerciali e/o professionali).
Le aziende inoltre avevano effettuato acquisti da fornitori UE per importi rilevanti e sviluppato in pochissimo tempo una repentina crescita del volume d’affari e avevano omesso sistematicamente il versamento delle imposte oltre ad aver sistematicamente omesso la presentazione della dichiarazione annuale ai fini II.DD. e I.V.A.
Inoltre avevano cessato l’operatività dopo poco tempo e avevano venduto merce sottocosto, al di sotto dei prezzi di mercato.
Secondo i risultati delle investigazioni, dal 2016 l’organizzazione criminale ha generato un fatturato pari a oltre 50 milioni di euro, per una frode complessiva all’Erario pari a circa 10 milioni di euro determinata dal mancato versamento dell’IVA; il disegno criminoso, proseguito nel tempo senza soluzione di continuità, è stato interrotto dall’azione di servizio delle Fiamme Gialle.
L’esecuzione dei provvedimenti ha riguardato sei Regioni (Campania, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Calabria) ed ha visto impegnate diverse decine di militari.
Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari ed i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità dei soggetti coinvolti, non essendo stata assunta alcuna decisione di merito definitiva sulla responsabilità delle persone sottoposte ad indagini.
Il risultato conseguito testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza nel contrasto e nella repressione degli illeciti tributari e della concorrenza sleale, quale imprescindibile presidio di legalità a tutela dei cittadini e dell’imprenditoria sana del Paese.