nave porta cassoni diga foranea GenovaGenova – L’autorità nazionale anti corruzione “boccia” ancora il progetto per la nuova diga foranea a protezione del Porto e conferma le perplessità – radunate in ben 7 punti – sul progetto che, a questo punto, pur non ricevendo alcuno stop, rischia di finire sotto al lente di ingrandimento della Corte dei Conti ma anche della stessa Unione Europea che finanzia indirettamente il progetto con il programma PNRR.
L’Anac aveva già sollevato dubbi e perplessità sull’operazione, concentrando in osservazioni inviate all’Autorità Portuale le richieste di delucidazioni ma evidentemente le risposta ottenute non hanno spostato di molto il punto sui “pareri”.
Il primo punto caldo riguarda la mancata messa a gara dell’appalto nonostante le grosse modifiche. Il progetto è stato affidato al Pergenova Breakwater ma si sarebbe dovuto procedere ad una gara internazionale.
Un’altra perplessità riguarderebbe il fatto che l’opera è stata inserita nell’orbita del decreto Per Genova nato per accelerare la ricostruzione del ponte Morandi, crollato uccidendo 43 persone.
Secondo l’Anac la nuova diga foranea non potrebbe ricadere nell’ambito di azione del Decreto che riduceva (e riduce) all’osso le pratiche burocratiche ma anche la sofisticata serie di controlli che lo Stato esercita sugli appalti.
La Diga Foranea non sarebbe, secondo l’autorità nazionale anti corruzione, una “opera urgente” e non vi sarebbero gli estremi per far ricadere il progetto nel raggio di azione del Decreto Genova. Non ci sarebbe alcun motivo per ridurre le normali misure di controllo e il normale iter.
Inoltre, sempre secondo l’Anac, l’opera del costo di un miliardo di euro sarebbe una delle più costose del programma di grandi interventi che ricadono nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Ora si attende la possibilità di leggere la delibera dell’autorità per meglio chiarire la situazione.
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti ha già “risposto” alla bocciatura con una nota piuttosto dura:

“Ancora una volta – scrive Toti in una nota – un’opera fondamentale per Genova, per la Liguria ma anche per tutto il Paese viene contestata per un vizio di forma e non di sostanza. Se qualche pubblico funzionario ha scelto la via più breve rispetto ai cavilli burocratici che avrebbe rallentato o addirittura impedito la Diga, allora va premiato e dovrebbe avere la gratitudine di tutti. La mia Liguria è la Liguria che applaude la Diga, non gli esposti sulla Diga. La mia Liguria combatterà sempre l’ipocrita forma a discapito della sostanza. E spero che l’Italia, sempre pronta a chiacchierare sulla necessità di semplificare, abbandoni per sempre la formula: ‘Tutte le regole più contorte sono state seguite alla perfezione, purtroppo l’opera non si è fatta’”.

“La verità è che la Diga è fondamentale per il nostro futuro – aggiunge Toti -. Siamo convinti che la struttura commissariale, nel continuo confronto avuto in questi mesi, abbia dato tutti i chiarimenti necessari per procedere per la realizzazione di questa infrastruttura strategica. Riteniamo, piuttosto, necessario che a livello nazionale vengano individuate regole per garantire il completamento di opere – conclude – evitando continui stop o rallentamenti”.

A stretto giro di posta è arrivata la replica del parlamentare europeo del Partito Democratico Brando Benifei.

“Quella che Toti definisce “ipocrisia della forma” – scrive Beniferi, capodelegazione del PD al Parlamento Europeo – è ciò che in un Paese garantisce legalità, trasparenza, concorrenza. È gravissimo che il governatore commenti in questo modo lo stop dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ai lavori per la diga di Genova. È manifestazione di una cultura politica pericolosamente insofferente alle regole”.

“Sono ben 7, a quanto si apprende – prosegue Benifei –  i profili critici individuati dall’Autorità. Mancanza di procedura di gara, possibile conflitto di interessi e chi più ne ha più ne metta. È uno stop pesante, che arriva peraltro dopo quello, sempre dell’ANAC, al digestore di Saliceti. La giunta regionale, con arroganza e incompetenza, continua con superficialità e forzature a far perdere tempo, soldi e qualità della vita ai liguri, infischiandosene delle regole. Non è così che si governa una Regione. La Liguria non può più sopportare la catena di errori e fallimenti di Toti e dei suoi alleati”.