Vado Ligure (Savona) – “Dove sono gli Habitat marini nelle nuove planimetrie del progetto Rigassificatore di Savona – Vado?”. A domandarselo gli esperti di biologia marina del WWF che denuncia una presunta “anomalia” nella versione del Progetto FSRU Alto Tirreno e collegamento alla rete nazionali gasdotti presentata da SNAM il 3/4/2024.
Secondo il WWF sarebbe stato modificato a terra il tracciato del gasdotto, in mare il punto di ormeggio e il sistema di ancore, e aggiornati vari documenti. L’Impianto in mare prevede condotta verso terra, fibra ottica, piattaforma sottomarina di raccordo, boa a torretta e ormeggi che verrebbero allestiti in fase di Cantiere, tramite mezzi marini di servizio, nella rada di Vado.
Questa, da Savona a Bergeggi, sottende un insieme di aree caratterizzate da specie di interesse comunitario e Habitat prioritari, protetti secondo la direttiva UE o
comunque di massimo rilievo.
Ma dalla Planimetria Nautica con Vincoli, che deve mostrare l’Impianto e le zone di pregio circostanti in una mappa sola, sono stati rimossi gli Habitat e le biocenosi del Savonese.
In merito ai fondali della zona costiera ligure si sono svolte indagini a più riprese, portando gli esperti ad esempio a dire: “Vi sono certamente delle differenze sito-specifiche, con un massimo di taxa di invertebrati cospicui (62) rilevati nel sito di Vado Ligure ed un minimo (11) rilevato per il sito di Nervi” [RELAZIONE MARINE STRATEGY 2015 ARPAL-UNIGE]. Le evidenze dei successivi sopralluoghi sono riportate nel documento di riferimento [NUOVO ATLANTE DEGLI HABITAT MARINI DELLA LIGURIA 2020 REGIONE LIGURIA] che annota la
presenza di zone di pregio come Posidonia e Coralligeno. La vicina testa del canyon di Vado che poi si allunga a grande profondità costituisce un elemento di accelerazione, grazie alle correnti verticali.
“Le zone di mare circostanti vedono – precisa il WWF Savona – anche una costante presenza di mammiferi marini e altra fauna pelagica. Grazie alle caratteristiche di tali Habitat, il Mar Ligure e il Mediterraneo occidentale godono di importanti proprietà: l’accentuata biodiversità riscontrata, indizio di buona salute del mare, innesca la catena alimentare; il canyon potenzia la diffusione di materia organica; il mare, grazie all’equilibrio
tra processi chimici, fisici e biologici, decelera il cambiamento climatico tramite il fondamentale assorbimento della CO2. Le zone di Posidonia e Coralligeno presenti nella rada di Vado erano state oggetto di proposta della Regione di estendere la Zona Speciale di Conservazione IT1323271 Fondali Noli-Bergeggi di 1852 ettari, poi annullata dalla Regione. La ZSC parte a ridosso della diga di Vado, comprendendo le formazioni rocciose con pareti ed anfratti che ospitano popolamenti di Coralligeno tra 20 m e 75 m, e prosegue verso Ponente davanti Bergeggi e Spotorno fino a Noli.
Il posizionamento del rigassificatore è previsto presso il Coralligeno nell’area di fronte a Vado: la planimetria in precedenza lo mostrava chiaramente, mentre nella nuova versione le varie biocenosi sono non visibili o sostituite da terminologia quale Sedimenti sabbiosi/fangosi o Detritico che ben poco dice sulle forme di vita presenti.
“E poi – si domandano al WWF – perché raffigurare le ancore come oggetti puntiformi, mentre occupano 80m2 di fondale ciascuna? Non vedere le zone di pregio che si trovano nei fondali raggiungibili da intorbidimento, rumore, sostanze sversate, impedisce al revisore di valutare i danni al mare”.
Sempre secondo il WWF non è più fortunato esaminando la Planimetria del Cantiere (che mostra però l’importante AREA POTENZIALMENTE IMPATTATA DAL CAMPO ANCORE delle navi di servizio, come le ancore delle posa-tubi, che sono in numero di 10-12 per nave). Né la valutazione bidimensionale dell’impatto del cloro e bassa temperatura, senza l’effetto canyon e la valutazione degli ossidanti, chiarisce molto l’effetto dell’Esercizio.
Nella rada vi sono sedimenti e aree già danneggiate da fattori quali il porto, i lavori di costruzione che in esso si svolgono o la pesca: tali aspetti sarebbero da considerare con attenzione così da evitare ulteriori aggravi dello stato.
Gli avvistamenti di specie protette (per esempio “un esemplare di Caretta carretta è stato
avvistato e soccorso a Vado Ligure”) dovrebbero essere lo stimolo a proteggere l’esistente, migliorare le misure di conservazione e verificare che siano applicate.
“Il fatto che cetacei e grandi pelagici siano messi a rischio da pesca o navigazione – prosegue l’osservazione del WWF – non può essere un motivo per inserire un Impianto di forte impatto! Il Cantiere causerà rumore che danneggia la fauna, vibrazioni dello scavo del microtunnel nel primo km dalla costa preziosissimo per i piccoli di molte specie; scavi, ricopertura della condotta e movimentazioni delle ancore danneggeranno i fondali con rimozione degli organismi, soffocamento di uova e larve, risedimentazione e degrado degli Habitat, sospensione di eventuali tossine quali metalli pesanti e idrocarburi (evidenziati da monitoraggi ARPAL, e causa di bioaccumulazione negli organismi marini). I cambiamenti e i
danni si propagheranno nel tempo e nello spazio, anche in virtù della posizione vicina al canyon”
“Inoltre – sempre secondo il WWF – la lunga fase di Esercizio del rigassificatore eliminerà plancton e larve dalla grande massa d’acqua usata nell’Impianto, poi sversata in mare con residui ossidanti, per anni, con ampia riduzione della biomassa. Si causerà così l’ulteriore danno al mare e al Clima lasciando ai nostri discendenti un altro Habitat devastato. Altro che aree marine protette, ripristino delle ZSC UE, nursery, cetacei, immersioni per
ammirare le meraviglie dei fondali”.
(Foto dal sito della Riserva Marina del Promontorio di Portofino)