A Genova i fantasmi parlano anche il pisano. Non tutti sanno infatti che nel cuore della città antica c’è una zona chiamata ancora oggi Campo Pisano e che prende il nome da un cimitero di soldati pisani che sono stati giustiziati dopo essere stati presi in ostaggio durante la battaglia della Meloria, al largo di Livorno, nel 1284.
L’allora Repubblica marinara di Genova ha inflitto una rovinosa sconfitta a quella di Pisa e, secondo l’usanza dell’epoca, i sopravvissuti alla battaglia vennero imprigionati per poi chiedere un riscatto alle famiglie ed alla città.
Alla storia ufficiale si affianca quella delle leggende cittadine che raccontano che nella zona, si possano udire ancora oggi i lamenti dei Pisani uccisi, evidentemente (per chi ci crede) i fantasmi dei soldati uccisi dai genovesi che non ricevettero alcun riscatto.
Oggi Campo Pisano si nasconde tra le palazzine colorate del quartiere di Sarzano, ma nel XIII secolo dobbiamo immaginarcelo come un luogo aperto, esterno alle mura della città, e come un crocevia tra collina e mare.
Proprio qui, esposti a vento e piogge, si racconta che vennero rinchiusi novemila tra marinai e soldati pisani. Prigionieri che Pisa non riuscì a riscattare dalla Repubblica di Genova e che dunque vennero abbandonati al loro terribile destino.
C’è chi racconta che morirono di fame e di freddo e chi, invece, che furono uccisi uno ad uno dai genovesi. Appare poco credibile, infatti, che la Repubblica di Genova si sia fatta carico di nutrire e seguire ben novemila prigionieri per i 13 anni in cui, secondo tradizione, i prigionieri rimasero in vita aspettando una risposta da Pisa che non venne mai.
Ricchi e patrizi si salvarono, soccorsi nella malasorte dalle famiglie più influenti di Genova ma è certo che i più morirono in prigionia, di stenti o giustiziati.
Il cimitero dei poveretti venne chiamato “Campo Pisano” ed ai giorni nostri questa piccola piazza si presenta in maniera molto diversa rispetto all’epoca delle vicende, ma chiunque vi passi non può fare a meno di cogliere la simbologia presente sul risseu, la pavimentazione in ciottoli marini risalente al 1992, con l’immagine di una galea a ricordare che lì sotto giacciono ancora i corpi dei pisani defunti. Una simbologia che richiama una storia tanto gloriosa, quanto lugubre.
Inevitabile dunque che già in passato Campo Pisano sia stato al centro di leggende secondo le quali le anime dei prigionieri pisani, risvegliate da serate piovose e temporalesche, si trovino a ripercorrere la mulattiera che conduce al mare, costretti nel tintinnìo funesto delle loro catene e straziati dai loro lamenti. Lamenti di chi sarebbe voluto ritornare a casa, ma che si è dovuto rassegnare al detto “se vuoi vedere Pisa, vai a Genova”.