Genova – Aumentare la prevenzione e sfatare i luoghi comuni che circolano spesso sulla Rete. Questi gli obiettivi del primo degli appuntamenti con le conferenze accademiche del Di.M.I incentrato sulla tiroide, dal bambino all’anziano.
La ghiandola è importantissima, soprattutto nella crescita ed il suo buon funzionamento è legato all’alimentazione, a stili di vita sani ma anche alla prevenzione che permette di identificare e combattere subito alcune patologie.
Ad aprire il ciclo delle conferenze Marcello Bagnasco, specialista in endocrinologia, immunologia clinica e medicina nuclear. Per la prima volta il Di.M.I. (Dipartimento di Medicina Interna) apre le porte al grande pubblico dei non addetti ai lavori.
Cavalcando la popolarità della tiroide in questa settimana dedicata proprio a questa ghiandola, pediatri, chirurghi e studiosi di endocrinologia hanno offerto al grande pubblico un approfondimento sulle malattie della tiroide e sulle problematiche più diffuse e note, quali il nodulo tiroideo e il gozzo, l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo e le loro cause, tra cui le malattie autoimmuni della tiroide.
È scaturito un confronto interessante, con interventi di alto profilo ma anche accessibili, mescolati a domande di tutti i tipi, senza alcun pudore da parte del pubblico intervenuto nel chiedere di cose che troppe volte si danno per scontate. Guidato da Marcello Bagnasco, Massimo Giusti e Diego Ferone, specialisti di endocrinologia del Di.M.I., il pubblico ha assistito a vari interventi sul tema che coinvolge necessariamente una serie di specialisti.
E nell’era di Google la gente ha avuto modo di avvicinarsi a questioni spesso lasciate agli esperti in un modo diverso, con la possibilità di una intermediazione necessaria tra le nozioni ormai fruibili ovunque e una loro corretta interpretazione.
Vero o falso?
La tiroide pesa meno di 20 grammi, ma è considerata la “centrale del benessere” poiché con i suoi ormoni governa e influenza tanti organi e tessuti del corpo, mentre nel processo di crescita influenza in modo determinante lo sviluppo cognitivo. È dunque importante conoscerla a fondo e intercettare al volo tutte le spie di malfunzionamento e le insufficienze in età pediatrica.
Parlando di tiroide si incrociano innanzitutto due fronti: lo iodio, essenziale per la produzione degli ormoni tiroidei, e le malattie autoimmuni (come la tiroidite di Hashimoto, il morbo di Basedow e altre patologie da tiroidismo autoimmune), e intorno a questi due fronti si sono articolati la maggior parte degli interventi degli specialisti, sfatando luoghi comuni e rinforzandone altri. “Mi hanno trovato la tiroide”: spesso si sente dire questa frase, nota Mara Schiavo, specialista in endocrinologia intervenuta al ciclo di conferenze con un contributo mirato a chiarire i temi più caldi e a raccontare soprattutto la campagna di sensibilizzazione sulla carenza iodica nelle scuole. La tiroide in realtà esiste sempre (o quasi) e Schiavo la presenta al pubblico con tutte le sue caratteristiche, chiarendone l’impatto significativo soprattutto nella crescita. I luoghi comuni (e spesso falsi) o le frasi non proprio corrette pullulano, in rete o per strada, come è vero poi per qualsiasi tema specialistico, non solo medico. Ed ecco che in questo dibattito non privo di dialettica è emersa innanzitutto una lista interessante di “vero e falso”, tanto per sgomberare il campo da leggende metropolitane e dare risalto ad alcune verità.
“Lo iodio si mangia e non si respira – chiarisce Roberto Gastaldi, dirigente della Clinica pediatrica del Gaslini e specialista in endocrinologia pediatrica, sfatando la scientificità dell’invito che si rivolgeva un tempo ai ragazzi: “passeggia in riva al mare che diventi più furbo”.
“Il sale iodato fa male, l’ho letto in rete”: niente di più falso, commenta Bagnasco, spiegando che affinché la tiroide lavori bene c’è bisogno di iodio e che una dieta equilibrata (fatta di pesce marino, ma anche latticini, uova, carne, ecc) non è sufficiente a coprire il nostro fabbisogno iodico, ragion per cui il sale addizionato di iodio è necessario e sarebbe auspicabile fosse obbligatorio.
Ha chiuso la sessione l’intervento di Michele Minuto, chirurgo endocrino che propone un bilancio della settimana della tiroide, snocciolando numeri significativi: in Italia 1 persona su 5 ha problemi tiroidei e, tra questi, il gozzo colpisce oltre 6 milioni di individui (cioè il 10% della popolazione italiana), mentre le malattie della piccola ghiandola endocrina crescono soprattutto nelle donne. Minuto spiega quando e perché è necessaria la chirurgia che può concretizzarsi in una lobectomia (asportazione di un lobo solo della tiroide) o in una tiroidectomia parziale o totale.
I progressi della scienza raccontati alla gente
La Global Iodine Map mostra che nel mondo esistono molte regioni iodocarenti e alcuni sondaggi denunciano una consapevolezza ancora insufficiente riguardo all’importanza dello iodio nel regime dietetico, sia da parte dei cittadini (ancor più delle future madri) che dei pediatri. Eppure nel mondo qualcosa si sta muovendo. L’industria alimentare è corsa al riparo con prodotti ad hoc e lo screening neonatale obbligatorio (di cui la Liguria è stata pioniera) fa sì che l’ipotiroidismo congenito sia un problema sempre più ridotto nel nostro Paese, consentendo una diagnosi tempestiva e un eventuale avvio della terapia ormonale sostitutiva.
“Guardate i quadri di un tempo – racconta Marcello Bagnasco parlando di Botticelli e di altri pittori – e vi renderete conto di come il gozzo tiroideo fosse un tempo molto più diffuso tra le fanciulle”. La medicina continua a progredire, ma questi progressi vanno anche raccontati alla gente, che deve sapere e capire. La gente chiede cosa significa malattia autoimmune e perché alcune popolazioni andine sono più soggette alle patologie tiroidee, chiede se esiste un legame tra psoriasi e malattie autoimmuni tiroidee e racconta la propria esperienza di malattia. Qualcuno si domanda quale sia il fabbisogno iodico e come si faccia a quantificarne l’apporto e un altro cittadino si chiede se esistano variabili esterne significative. Bello vedere le persone che vogliono capire e che non si accontentano della via più breve (e talvolta approssimativa), cliccando semplicemente su un motore di ricerca, ma partecipano, alzano la mano e vogliono spiegazioni.