Tra Genova e Latina ci sono oltre 600 chilometri ma ieri il capoluogo ligure e la città dell’agro pontino si sono “scontrate” su un tema ancor oggi oggetto di vivace dibattito: la memoria di Fabrizio Quattrocchi, la guardia di sicurezza che è stata rapita dai terroristi ed uccisa dopo aver pronunciato la frase “vi faccio vedere come muore un italiano”.
A complicare le cose, all’epoca dei fatti, un’indagine su un presunto arruolamento al servizio di uno Stato straniero – poi caduta nel vuoto – ed il fatto che il gesto divenne un’immagine simbolo per una certa destra molto sensibile alla retorica patriottica.
Di fatto la memoria di Quattrocchi è rimasta intrappolata nel limbo del dico-non dico che priva l’uomo della verità e i cittadini di una corretta visione dei fatti. Qualunque essi siano.
A rimescolare le carte ci ha pensato Giovanni Di Giorgi, sindaco di Latina, che ha scritto una lettera piuttosto polemica – per non dire offensiva – nella quale critica il disinteresse con cui Genova tratta Quattrocchi e comunica di volergli intitolare una via.
Il primo cittadino della cittadina laziale, fatta costruire da Benito Mussolini durante la bonifica pontina ed ancora molto legata al Ventennio fascisata, ha comunicato l’intenzione di voler ricordare la guardia di sicurezza con una cerimonia che gli renderà omaggio con l’intitolazione di una via, nel contempo si dice sorpreso per il disinteresse di Genova per la vicenda e accusa la Superba di “oltraggio”.
Ecco il testo della lettera di Giovanni Di Giorgi
“Ho appreso con stupore che a lui, vittima italiana del terrorismo senza frontiere, la sua città, Genova, non vuole intitolare una via della città, come invece è avvenuto per tante altre vittime del terrorismo. Ritengo che Fabrizio Quattrocchi, la cui ultima frase fu “Ti faccio vedere come muore un italiano”, meriti l’onore di essere ricordato e quindi per riparare a questa discriminazione rispetto ad una vittima del terrorismo sono pronto a intitolare una strada o uno spazio della città di Latina a Quattrocchi. Dimenticare una vittima italiana del terrorismo significa oltraggiare non solo la sua memoria ma l’intero Paese. Quattrocchi è un genovese che l’allora Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, decorò con la massima onorificenza per il coraggio e il valore dimostrato. Nonostante quella medaglia d’oro al valor civile, onorificenza che la legislazione italiana assegna quale riconoscimento degli atti di insigne o eccezionale coraggio, la città di Genova ancora non ha reso degno Quattrocchi dell’intitolazione di una via alla sua memoria”.
In molti sussurrano che Di Giorgi abbia voluto “recuperare” elettorato a destra dopo il sensibile sbilanciamento a sinistra della sua Giunta e le pesanti polemiche per il suo silenzio su temi piuttosto “caldi” (per quell’elettorato) come la querelle sul campo nomadi di Al Karama.
Di sicuro sono in molti, anche a Genova,a domandarsi come mai non venga detta una parola definitiva sulla vicenda di Fabrizio Quattrocchi.