Genova – Esame del dna per i 5 No Expò arrestati nel capoluogo ligure e sospettati di aver partecipato agli scontri di piazza di Milano del 1 maggio scorso. La Digos genovese è entrata in carcere ed ha prelevato campioni di dna ai giovani arrestati e che verranno comparati con i campioni prelevati dagli indumenti e dagli attrezzi abbandonati per strada dai black block.
Un’operazione che comporterà una spesa enorme per raccogliere, campionare e archiviare decine e decine di profili genetici che ben difficilmente porteranno all’identificazione dei partecipanti agli scontri e che costerà allo Stato una cifra considerevole.
Anche nel caso in cui i campioni confermassero la presenza dei giovani a Milano, infatti, difficilmente si potrebbe arrivare ad un risarcimento dei danni subiti da decine di negozianti.
Certamente, invece, se il dna confermasse la presenza dei giovani a Milano e tra le fila dei black block, si farebbe molto complicata la difesa dei 5 fermati che hanno sempre negato di essere stati a Milano.
La linea difensiva è già traballante visto che nel pulmino sul quale viaggiavano, un modello non esattamente a buon prezzo, sono state trovate ricevute non pagate dell’autostrada Genova Milano proprio del giorno degli scontri.
Nel furgone anche cartine di Milano e indirizzi di persone, molto probabilmente altri “basisti”, residenti in Lombardia.
I cinque dovranno comunque essere processati anche per i danni provocati a ben sei vetture a Genova e per resistenza all’arresto durante il fermo di polizia.