“Quando un uomo siede un’ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività”. Con queste parole scolpite nel tempio delle frasi celebri Albert Einstein, lo scienziato più famoso del mondo, ha spiegato con efficacia uno degli aspetti della Teoria Generale della Relatività che proprio in questi giorni compie un secolo. Si tratta di una delle ipotesi più affascinanti dell’intero cammino della conoscenza umana, una sorta di armoniosa danza cosmica che vede in scena lo spazio, il tempo, la materia, l’energia.
Una finestra spalancata sulle dinamiche dello Spazio – Tempo. Più in fretta si va, più il tempo passa lentamente. Tradotto: se un astronauta volasse verso una stella lontana al ritorno sarebbe più giovane di un suo collega gemello rimasto sulla Terra.
Einstein è anche il primo scienziato globale. Grazie alla sua visione universalistica si è speso per la Pace contro ogni militarismo. Ha subordinato il calcolo all’intuizione immaginativa.
Con Einstein – il premio Nobel che fa la linguaccia e che Andy Wharol celebra come icona del Novecento – la scienza svela per la prima volta il suo tratto pop. Nessuno più di Einstein era convinto che le cose non accadono per caso e nessuno più di lui è riuscito a rendere semplici studi estremamente complessi. Qualche esempio? “La vita è come una bicicletta: per mantenere l’equilibrio bisogna continuare a muoversi”.
“Non penso mai al futuro, arriva così presto”. “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi”.
Fabio Tiraboschi