Donnici (Cosenza) – Ha ucciso la madre per strangolamento e poi si è fatto tatuare un suo ricordo per sviare le indagini. Colpo di scena nell’inchiesta sulla morte di Patrizia Schettini, l’insegnante di pianoforte trovata morta nella sua abitazione a Donnici.
La donna non è morta in seguito ad un malore che ne ha causato la caduta dalle scale ma è stata invece uccisa barbaramente dal figlio minorenne che l’ha strangolata, le ha battuto la testa contro un muro ed infine, ormai esanime, l’ha presa in braccio e l’ha scaraventata giù dalle scale.
La svolta delle indagini sarebbe arrivata grazie alle intercettazioni ambientali fatte nell’abitazione della donna dagli inquirenti.
Il figlio, ora indagato per omicidio, si era fatto tatuare su un braccio la scritta “nemmeno la morte ci potrà separare, ti amo mamma” e gli inquirenti sospettano che il gesto sia stato fatto per depistare le indagini vista la brutalità con cui il giovane avrebbe ucciso la madre e il precedente del depistaggio con la finta caduta per le scale.
Il giorno del ritrovamento del cadavere, lo scorso 1 aprile, gli inquirenti pensarono ad un malore che aveva fatto perdere l’equilibrio alla donna ma in seguito, grazie all’autopsia, sono state trovate tracce di strangolamento e di ferite non collegabili con un evento fortuito.
Il giovane è stato interrogato a lungo dalla Procura per i minorenni di Catanzaro e ha parzialmente ammesso le sue responsabilità. Ha raccontato che la madre lo sgridava troppo spesso e che in un raptus l’avrebbe semplicemente spinta per le scale.
Elementi emersi dall’esame medico legale, però, smentirebbero anche questa ricostruzione e le intercettazioni ambientali, mentre parlava con il padre, sembrano far emergere una verità completamente diversa.