Roma – Visto che in Parlamento se ne parla da tempo immemore, ma nessuno, fino ad oggi, si è ancora azzardato a fare il minimo passo concreto in questo senso, a dare l’esempio ci ha pensato il Presidente della Repubblica.
Sergio Mattarella si è infatti tagliato lo stipendio cancellando la parte relativa alla pensione di professore universitario. Non solo. Il Capo dello Stato decide di estendere il tetto di 240.000 Euro alle retribuzioni previsto per i dipendenti della Pubblica Amministrazione a tutti quelli che lavorano al Quirinale, estendendo a tutti il divieto di cumulo tra stipendio e pensioni. Il Presidente della Repubblica – prosegue la nota – il 27 febbraio scorso, ha disposto la riduzione dell’assegno a lui spettante per legge, in corrispondenza dell’ammontare del suo trattamento pensionistico. Il Presidente della Repubblica, con il decreto del 23 febbraio 2015, ha disposto, nei confronti di tutti i soggetti che svolgono funzioni all’interno della Presidenza, l’introduzione del divieto di cumulo delle retribuzioni con trattamenti pensionistici erogati da pubbliche amministrazioni. il Presidente della Repubblica – continua la nota – il 27 febbraio scorso, ha disposto la riduzione dell’assegno a lui spettante per legge, in corrispondenza dell’ammontare del suo trattamento pensionistico. Con l’introduzione del divieto di cumulo nell’ambito della Presidenza della Repubblica diversi Consiglieri del Capo dello Stato svolgono le loro funzioni senza alcun compenso, mentre per altri il compenso risulta fortemente ridotto. Il segretario generale, Ugo Zampetti, aveva già rinunciato autonomamente a ogni compenso al momento dell’assunzione dell’incarico. Con lo stesso decreto – va ancora avanti la nota – il Presidente della Repubblica ha disposto l’applicazione, all’interno della Presidenza della Repubblica del tetto alle retribuzioni previsto dalla legge per i pubblici dipendenti, anch’esso non direttamente vincolante per gli organi costituzionali. Dai due provvedimenti – conclude la nota – deriva un consistente risparmio di risorse pubbliche”.