Genova – Una manifestazione di protesta contro le scelte del Governo Renzi sul Lavoro e per chiedere maggiore attenzione alla difficile situazione economica e lavorativa del Paese.
La Cgil ha organizzato per questa mattina, alle ore 9, uno sciopero con manifestazione per le vie del ponente genovese per ricordare il 20 maggio del 1970 e l’introduzione dello Statuto dei Lavoratori.
Leggi che aprivano alle garanzie per i posti di lavoro e per la sicurezza che i recenti provvedimenti legislativi (jobs act) hanno gravemente danneggiato riuscendo – scrive la Cgil nel comunicato – “dove neppure Berlusconi era arrivato: la cancellazione dell’art. 18 (tutela dei licenziamenti illegittimi), smantellamento dello Statuto stesso”.
I lavoratori si riuniscono in piazza Massena, a Cornigliano e marceranno in corteo verso piazza Baracca a Sestri Ponente.
In un comunicato stampa la posizione della Cgil:
“Le misure di politica economica sono tutte in continuità con quelle di austerità, di tagli al sociale e alla sanità; nulla è previsto per mettere mano alla riforma previdenziale, per finanziare gli ammortizzatori sociali, per un fisco più equo e giusto.
Nonostante i proclami del Governo il problema del paese resta la creazione di posti di lavoro. Come dimostrano i dati, la schiera delle persone senza occupazione continua a rappresentare un vero e proprio esercito che sarà appena scalfito dalla pallida ripresina prevista dagli economisti.
L’inefficienza di politiche nazionali si sente in modo particolare nella nostra città dove il tessuto industriale è ridotto ai minimi termini. Continua infatti la morìa di imprese e sono sempre più numerose quelle in cui si lotta per la salvaguardia del posto di lavoro. Molte di queste realtà dipendono proprio da scelte di politiche nazionali: Ilva, Fincantieri, Selex ES, Ansaldo STS, investimenti per la ricerca e conseguentemente sviluppo hi-tech, l’energia, le infrastrutture, l’edilizia, la programmazione e la salvaguardia del territorio, la logistica e la portualità. Il settore manifatturiero di piccole e medie imprese artigiane registra ogni giorno nuove chiusure con posti di lavoro ed attività che scompaiono nel silenzio più assoluto.
E poi l’altra grande mancanza riguarda le politiche commerciali – turistiche e di regole sostenibili per i servizi in appalto che generano un approccio fondato sulla concorrenza e il massimo ribasso, con ricadute sull’occupazione e la sua qualità anche in termini di sicurezza. Le recenti polemiche sulle aperture nelle festività laiche e religiose ripropongono – per chi nel frattempo si è distratto – la mancanza, nella grande distribuzione, di strategie efficaci. Non un posto in più è stato creato, anzi, la crisi dei consumi porta solo ad un risultato come nel caso della chiusura del centro di vendita Saturn.
In un paese dove dilagano la corruzione, il malaffare, l’evasione fiscale a pagare il prezzo più alto è il lavoro dipendente e i pensionati.
La Cgil non vuole essere complice di questo degrado, assistendo inerme al disastro che sembra irreversibile. Genova ha storia, cultura, mezzi, prospettive e professionalità per realizzare un vero cambio di marcia”.
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Il 18 giugno è lâanniversario della battaglio di Waterloo. Secondo me la CGIL dovrebbe festeggiare anche quella data promuovendo un altro sciopero generale. Eâ vero che la sua ala antagonista che oggi da fuoco ai copertoni non ha partecipato alla campagna di Napoleone (anche se farà la stessa fine) ma dâaltra parte non ha nemmeno firmato lo Statuto dei Lavoratori che ora rimpiange tanto.