Milano – Da quando è stato arrestato 3 giorni fa su mandato di Tunisi, con l’accusa di essere uno dei terroristi che hanno pianificato e realizzato l’attentato al Museo del Bardo il 18 marzo scorso, il 22enne marocchino Abdel Majid Touil, in isolamento nel carcere di San Vittore, continuerebbe a fare la stessa domanda in arabo a chiunque incontri: “Perché sono qui? Non capisco, non ho fatto nulla”.
“Sono innocente, non c’entro nulla, non mi spiego come questo errore sia potuto accadere”, è invece quanto Abdel Majid Touil, arrestato a Milano per la strage di Tunisi, ha dichiarato davanti al giudice del procedimento per l’estradizione. Lo ha riferito il suo legale, l’avvocato Silvia Fiorentino. “Da febbraio, quando sono arrivato, sono sempre rimasto in Italia”, ha spiegato Touil. Ha detto di essere arrivato in Italia dalla Libia per ricongiungersi con la sua famiglia. Il giovane è “provato e spaventato”, ha spiegato il suo legale. Compatibilmente con la sua condizione di “carcerato innocente”, ha aggiunto, “sta bene”.
Touil, da tre giorni al sesto raggio di San Vittore in una cella da solo, oggi verrà interrogato dal giudice della quinta Corte d’Appello di Milano Pietro Caccialanza, dopo la convalida dell’arresto avvenuta nei giorni scorsi. Toccherà al giudice effettuare l’identificazione ‘formale’ e chiedere a Touil, difeso dall’avvocato Silvia Fiorentino, se ha dichiarazioni da rendere e se intende dare il consenso all’estradizione. Consenso che certamente non darà.
E in merito, a questo punto, alla possibilità di un tragico scambio di persona il ministro dell’Interno Angelino Alfano precisa: “Abbiamo eseguito un mandato di arresto internazionale sulla base di indagini svolte in un altro Paese. E’ lì che va rivolta la domanda. Un mandato di arresto internazionale non è competenza italiana”.