Roma – Ora aprendo la home page del sito ufficiale del Teatro dell’Orologio, compare solamente l’immagine della spiaggia con gli ombrelloni colorati e l’arcobaleno sullo sfondo. Senza più l’immagine del direttore artistico Fabio Morgan, vestito di arancione e inginocchiato sulla sabbia, accanto ad un militante dell’Isis armato di coltello e pronto e decapitarlo, sopra la scritta “Sarà una stagione da perderci la testa”.
Era originariamente questa infatti la indubbiamente originale, seppur discutibile, immagine scelta per il lancio della campagna abbonamenti per la stagione 2015-2016 del Teatro dell’Orologio di Roma, che compariva anche sulla pagina Facebook accompagnata da un messaggio a tema: “Perdi la testa insieme a noi! Il Teatro dell’Orologio si prepara per la nuova stagione e sceglie di farlo senza paura, ricordandoci che, come ci ha insegnato Charlie Hebdo, non c’è miglior modo per affrontare la paura che quello di trasformarla in altro”. L’immagine, pubblicata appena un paio di giorni fa, ha però scatenato subito una ridda di critiche e di polemiche, al punto che lo stesso direttore artistico ha preferito “censurarla” e prontamente sostituirla, non senza prima pubblicare sullo stesso social network un lungo messaggio di scuse, ma anche di spiegazioni.
“Mi scuso con chi si è sentito offeso dall’immagine scelta per la campagna abbonamenti – ha scritto Fabio Morgan – Abbiamo creato questa immagine per la campagna abbonamenti del nostro teatro perché pensiamo che il teatro debba essere una cassa di risonanza di tutte le tensioni, le passioni, le contraddizioni, le paure della quotidianità. Quando il teatro riesce a rappresentare tutto ciò raggiunge il suo scopo. L’immagine che abbiamo scelto voleva essere un’immagine positiva, un’ immagine che attraverso la creatività riuscisse a capovolgere un sentimento di paura e terrore, su un argomento, che molto spesso, viene affrontato solo in modo demagogico e strumentale. Il sorriso del condannato, il mio, è un sorriso liberatorio e satirico che vuole andare oltre le nostre paure attraverso la cultura, l’ironia, attraverso il teatro”.
E su Facebook, ora, il nuovo slogan per la nuova campagna abbonamenti suona semplicemente come “Un passo indietro per andare avanti”, una frase che, chiaramente, include anche ulteriori scuse.