Torino – Nel suo libro intitolato “La rosa e il leone” lo scrittore 37enne Daniele Ughetto Piampaschet racconta l’amore di un cliente per una giovane prostituta che cercherà in tutti i modi di redimere, finchè, dopo l’ennesimo rifiuto della ragazza a cambiare vita, arriverà ad ucciderla. Una storia molto, troppo simile alla realtà per la Corte d’Assise d’appello di Torino, presieduta dal giudice Fabrizio Pasi, che oggi ha ribaltato l’assoluzione di primo grado e condannato l’uomo a 25 anni e 6 mesi di reclusione. Daniele Ughetto Piampaschet, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata 20enne nigeriana Anthonia Egbuna, la prostituta il cui corpo, ferito con numerose coltellate, fu ritrovato nelle acque del Po nel febbraio 2012.
Il pm Antonio Malagnino aveva chiesto per lo scrittore la condanna all’ergastolo, dopo che in primo grado Piampaschet era stato assolto “per non aver commesso il fatto”. “Sono innocente, stanno difendendo una banda di mafiosi”, ha commentato dopo la sentenza l’imputato, secondo cui la donna sarebbe stata uccisa da un gruppo criminale che gestisce il traffico di prostituzione.
“Lui l’amava e l’amava sempre di più ma lei non voleva saperne di lasciare la strada. Tutti i suoi tentativi di convincerla a cambiar vita erano falliti. E per questo si era trasformata nella sua torturatrice. L’amavo pur avendola uccisa. Ma l’omicidio era la logica conseguenza”, si legge tra le pagine del romanzo di Piampaschet.