Roma – Tagli agli esami ritenuti inutili e blocco alla cosiddetta ‘medicina difensiva’ che costa ogni anno 13 miliardi di euro. Su queste priorità ‘contabili’ si articola la nuova rivoluzione del sistema sanitario annunciata dal Governo Renzi. I contraccolpi sulla vita di tanti pazienti saranno importanti. Il Ministero della Salute ha deciso infatti di depennare 180 prescrizioni sanitarie considerate “non appropriate” e che il cittadino dovrà pagare di tasca propria.

Le forche caudine della ‘spending review’ riguarderanno soprattutto esami diagnostici come la Tac, le risonanze magnetiche agli arti e alla colonna vertebrale e le cure dentistiche ospedaliere. La riduzione delle prestazioni riguarderà numerosi campi. Qualche esempio: in allergologia alcuni test dovranno essere prescritti solo dopo una visita specialistica. Per quanto riguarda gli esami di laboratorio, in assenza di qualsiasi fattore di rischio, il colesterolo e i trigliceridi andranno ripetuti ogni tre anni. Nella lista nera anche la genetica le cui prestazioni saranno prescritte ed eseguite al massimo una sola volta nella vita. Nel decreto, saranno riservate alla diagnosi specifiche malattie genetiche definite in un elenco a parte.

Se si è fuori dalle liste definite dal Ministero si pagherà di tasca propria. La norma prevede anche una serie di sanzioni per quei medici, che per mettersi al riparo da eventuali vertenze giudiziarie, richiedono analisi e controlli anche non necessari.

Secondo le stime del Ministero della Salute si risparmieranno 10 miliardi in 5 anni. I provvedimenti, tuttavia, fanno discutere. Quando si tratta di sanità – spiegano le voci critiche – difficilmente si possono standardizzare le procedure.

Fabio Tiraboschi