Genova – Proseguono le indagini sul ferimento di un giovane militante anti-fascista avvenuto venerdì sera in piazza Tommaseo. La Digos ha convocato tutte le persone identificate e che avrebbero partecipato all’episodio su cui si indaga per tentato omicidio per la ferita – presumibilmente da arma da taglio – riportata durante lo scontro.
Sarà ascoltato il giovane ferito alla schiena da quella che sembra una coltellata, ma anche il gruppo di giovani attivisti che ha raccontato di essere stato aggredito da militanti usciti dalla sede di una associazione vicina all’estrema destra, in via Montevideo.
Convocati anche i giovani che avrebbero partecipato all’aggressione e che potrebbero essere stati ripresi da telecamere presenti nella zona.
Lo scopo è quello di ricostruire, con testimonianze e immagini video, la dinamica dell’episodio poichè viene raccontata in modo diametralmente opposto dai “contendenti”.
Il gruppo antifascista sostiene di essere stato inseguito e malmenato da un gruppo di uomini usciti dall’associazione mentre loro stavano volantinando contro il ritorno di movimenti che si ispirano ad una matrice fascista mentre i militanti dell’associazione sostengono di essere intervenuti a difesa di alcune ragazze che sarebbero state insultate e aggredite mentre raggiungevano la sede dell’associazione.
Uno scambio di accuse che dovrà ovviamente essere chiarito, soprattutto nella parte in cui si racconta di coltelli, spranghe e catene che sarebbero state usate per il “blitz” degli ultrà di destra.
La ferita riportata da uno dei giovani, refertata all’ospedale Galliera con sette giorni di prognosi, potrebbe essere stata inferta con un coltello poichè il corpo contundente usato avrebbe perforato un giaccone ed un maglione prima di lesionare la pelle sottostante.
Se questo particolare venisse confermato scatterebbe l’accusa di tentato omicidio.
Nel frattempo, però, sulla pagina Facebook di Casa Pound Italia Genova, è apparso un post nel quale si ricostruisce la vicenda in modo diametralmente opposto ma, soprattutto, si parla di “riprese video” che dimostrerebbero come si sono realmente svolti i fatti.
Se queste immagini venissero acquisite si potrebbe certamente gettare una luce sulla ricostruzione degli eventi che presenta ancora dei lati poco chiari.
Nel frattempo è fitto l’elenco degli esponenti politici che esprimono solidarietà al giovane ferito e che chiedono la massima durezza nei confronti dei responsabili.
Indagini potrebbero scattare anche sui commenti lasciati al post di Casa Pound che inneggiano alla violenza e arrivano a minacciare i giornalisti che si stanno occupando della vicenda.