Genova – A Voltri (e non solo) sono in tanti a chiedersi con sempre maggiore preoccupazione cosa ne sarà del Teatro Cargo dopo la partenza per Catania della sua “anima”: Laura Sicignano.

A marzo la direttrice della compagnia del Cargo partirà – salvo sorprese – per trasferirsi nella città siciliana dove dirigerà il Teatro Stabile di Catania – prima donna in Italia – che attraversa un momento molto difficile e che, secondo la stampa locale, avrebbe un buco di bilancio da circa 13 milioni di euro.
Un’avventura che non spaventa di certo la neo direttrice, abituata ad avere a che fare con situazioni “delicate” come quella che, ormai da anni, viveva lo stesso Teatro Cargo.

La partenza dell’anima del Cargo, però, impensierisce e non poco i Voltresi che temono che le nubi che si aggiravano sul loro teatro si trasformino in una tempesta.
Del resto non è un mistero che il Teatro sia alle prese con una crisi senza precedenti e a rafforzare ancor più le ipotesi più “disastrose” ci sono le accuse di Vittorio Sgarbi, assessore regionale ai Beni Culturali della Sicilia.

Il celebre critico d’Arte ha infatti accusato il Cda dello Stabile di Catania di aver fatto una scelta “politica” legata – secondo lui – alla militanza nel Partito Democratico della Sicignano (candidata alle regionali in Liguria, nel 2010). Secondo Sgarbi, infatti, il concorrente Moni Ovadia, battuto dalla Sicignano, avrebbe avuto più titoli per ricoprire l’incarico.

Un trasferimento, insomma, che potrebbe preannunciare un duro colpo al Teatro del Ponente che Sicignano aveva coraggiosamente fondato nel 2002 con un drappello di amici-colleghi.
A dire la verità, a Ponente, le voci parlano anche di un trasferimento in chiave “promoveatur ut amoveatur” (promuovi per allontanare) in seguito ad un duro confronto che si sarebbe aperto con alcuni esponenti del partito proprio con l’accusa di “scarsa attenzione” al teatro di Voltri.

Polemiche rafforzate dalla lunga chiusura del Teatro per i lavori all’edificio che lo ospita a Voltri e alla Biblioteca Benzi e ai ripetuti “rinvii” per la nuova inaugurazione.
La decisione della direttrice di lanciare un appello pubblico per trovare fondi e salvare il Teatro Cargo, in un momento delicato per la politica locale ed il timore di un “crollo” dei voti in una delle roccaforti della sinistra, avrebbe fatto saltare la mosca al naso a più di un funzionario locale.

Qualunque sia la verità – e forse la stessa Sicignano, anima candida e sincera, la rivelerà una volta lontana – i Voltresi sono sempre più preoccupati e temono che la sua partenza sia solo la goccia finale che farà traboccare il vaso e che segnerà la fine dell’esperienza teatrale nel Ponente.
Una preoccupazione confermata anche dalle dichiarazioni rese dall’ormai ex direttrice in cui spiega di non aver fatto alcuna domanda per il FUS – il fondo statale per lo spettacolo e neppure per i fondi concessi dalla Compagnia di San Paolo che ha sempre dimostrato grande sensibilità per l’area e i progetti di forte valenza sociale.
Senza soldi e senza direttrice, che ne sarà del Teatro Cargo?