Genova – Una clochard di 65 anni multata per aver mangiato sotto i portici di via XX settembre. Sta dividendo l’opinione pubblica la sanzione di 200 euro data ad un’anziana senza fissa dimora che martedì scorso stava mangiando seduta per terra accanto ad alcune vetrine.
A chiamare le forze dell’ordine i titolari di alcuni negozi che da tempo cercano di allontanarla perchè disturberebbe la clientela.
La polizia municipale è dovuta intervenire e dopo aver identificato la donna grazie ai documenti di identità l’hanno multata secondo il nuovo regolamento comunale che prevede un inasprimento delle sanziono contro chi fruga nei bidoni e chi bivacca per strada.
E’ soprattutto sul web e sui social che la discussione si è scatenata poichè in molti fanno notare che una persona senza fissa dimora difficilmente possiede i 200 euro per pagare la sanzione e difficilmente avrà proprietà o beni confiscabili da parte di agenzie di riscossione che dovessero far rispettare un mancato pagamento.
La clochard, insomma, non avrebbe alcuna ripercussione dalla multa, semplicemente perchè il suo stato di indigenza non le consente di ottemperare neppure alla sanzione economica.
Di fatto, insomma, l’intervento della polizia municipale non avrà alcun effetto sulla persona.
Altri, invece, difendono la decisione di intervenire a salvaguardia del decoro e fanno notare che la città si sta riempiendo da tempo di persone in difficoltà che non sempre si limitano a chiedere aiuto al prossimo in modo “decoroso”.
Inoltre spesso i clochard bivaccano letteralmente per strada, con giacigli di fortuna, in zone anche di grande passaggio turistico. Un pessimo biglietto da visita per la città.
La maggior parte dei commenti sui social, però, ricorda che la soluzione al problema esiste ed è quella di una concreta campagna di aiuto alle persone in difficoltà che, con la crisi economica, aumentano di giorno in giorno.
Il Comune di Genova, insomma, insieme agli Enti e alle Istituzioni che si occupano dei senza tetto, dovrebbero investire in una concreta campagna di sostegno e non spendere soldi pubblici per inviare forze dell’ordine che sono comunque “impotenti” di fronte a casi umani.
Se queste persone venissero aiutate, infatti, non dovrebbero restare per strada e non ci sarebbe alcuna offesa al decoro pubblico.