Genova – Non avrebbe indossato la regolamentare imbragatura di sicurezza l’operaio di 43 anni deceduto ieri mentre lavorava alla Fincantieri di Sestri Ponente. Ad accertarlo sarà l’indagine della magistratura che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di accusa di omicidio colposo.
Se verrà confermato quanto emerso dalle prime ricostruzioni si aggraverebbe e molto la posizione di tutti coloro che, all’interno del cantiere navale, devono sorvegliare e vigilare sull’applicazione delle norme di sicurezza.
Secondo le prime indiscrezioni, infatti, l’imbragatura che l’operaio avrebbe dovuto indossare, avrebbe evitato la caduta di oltre dieci metri, limitando l’incidente a ferite molto meno importanti e non fatali.
Resta da capire perchè l’operaio, molto esperto e cauto, non avesse l’attrezzatura al momento della caduta visto che operava su una impalcatura a decine di metri d’altezza ed eseguiva saldature in quello che sarebbe diventato il vano ascensore di una nave.
Nelle prossime ore i magistrati ascolteranno tutti i testimoni presenti sul cantiere al momento dell’incidente e i responsabili addetti al controllo delle misure di sicurezza per accertare se davvero l’uomo indossasse o meno l’imbragatura e perchè, nel caso, non l’avesse al momento della tragedia.
Nel frattempo prosegue l’agitazione dei dipendenti del settore delle costruzioni navali che chiedono il rispetto delle norme di sicurezza e il controllo rigoroso delle procedure di subappalto delle lavorazioni. L’operaio deceduto, infatti, pur lavorando nel cantiere, non era dipendente di Fincantieri ma di una ditta appaltatrice che effettuava lavori in appalto.