Guardia di Finanza

Savona – Smaltivano rifiuti speciali in aziende per la produzione di “compost” per coltivazioni Bio e assumevano fittiziamente personale senza pagare contributi e tasse. E’ di 2 arresti e 15 indagati il bilancio di una maxi operazione della Guardia di Finanza di Savona che avrebbe smascherato un vasto di giro di aziende che smaltivano in modo illegale rifiuti speciali e truffavano lo Stato con false attestazioni, false fatturazioni per servizi mai eseguiti e assumevano personale senza poi pagare tasse e contributi dovuti.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Savona hanno eseguito provvedimenti cautelari emessi dal GIP di Savona – Alessia Ceccardi, su richiesta del Sost. Procuratore della Repubblica  Vincenzo Carusi, nei confronti di 5 soggetti. Numerose le perquisizioni tra la Val Bormida, il capoluogo savonese e la provincia di Cuneo. Queste, ancora in corso, interessano abitazioni ed uffici degli indagati, nonché aree di stoccaggio rifiuti.
Tra i perquisiti risulta anche un ex dirigente di azienda pubblica. Contestate a due società anche violazioni di cui al D.L.vo 231/2001, relativo alla Responsabilità amministrativa delle società e degli enti. B.C. e C.N. sono stati tradotti in carcere a Marassi, mentre R.M. è stata posta agli arresti domiciliari. Obbligo di dimora e firma, invece, per B.C. e T.L.. Ai destinatari delle misure coercitive è stata contestata l’associazione per delinquere, finalizzata all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. L’indagine trae origine da attività ispettiva di polizia economico-finanziaria condotta nei confronti di una cooperativa di lavoro, emersa – al termine degli accertamenti condotti – come soggetto economico fittizio. Durante la verifica fiscale, i finanzieri hanno accertato che la società di riciclaggio e smaltimento rifiuti, al fine di ottenere vantaggi fiscali e contributivi, aveva creato ad hoc la cooperativa deputata alla formale assunzione dei lavoratori: questi ultimi, già dipendenti della società, venivano assunti dalla cooperativa continuando a svolgere, tuttavia, le stesse funzioni. Era sempre la cooperativa che, poi, fatturava alla società il costo delle prestazioni, senza procedere – se non in minima parte – al pagamento delle imposte e contributi dovuti. Questo escamotage ha consentito – nel tempo – alla società di portare in deduzione dal proprio reddito i costi relativi alle prestazioni fittiziamente rese dalla cooperativa e, contestualmente, risultare in regola con il DURC (Documento Unico Regolarità Contributiva), attestazione necessaria per poter partecipare agli appalti pubblici. Nel corso dell’operazione, che vede coinvolti – a vario titolo – circa quindici indagati, sono stati anche sottoposti a perquisizione un impianto industriale utilizzato per la trasformazione dei rifiuti ed un’area ubicata nel territorio della provincia di Cuneo, ove risulterebbe stoccato “compost”, materiale organico proveniente dalla raccolta differenziata urbana (“umido”), risultato dagli accertamenti, invece, rifiuto speciale.

Al vaglio delle Fiamme Gialle numerosa documentazione afferente ad analisi commissionate a laboratori chimici per qualificare la natura del “compost”. Sequestrati beni e valori per oltre 1,7 milioni di euro. Agli indagati vengono contestati anche reati ambientali, connessi alla lavorazione, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti non conforme alla normativa di settore. Resta alta l’attenzione della Guardia di Finanza per un comparto molto sensibile quale quello dei rifiuti, potenzialmente foriero di gravi irregolarità anche penalmente rilevanti, nel settore fiscale, ambientale e della spesa pubblica.