Genova – Potrebbe essere lo stesso Matteo Salvini, che per primo ha fatto il nome del suo candidato ideale alla carica di commissario per la ricostruzione, ad annunciare domenica sera, in chiusura della festa della Lega, in piazza della Vittoria, ad annunciare il nome di Claudio Andrea Gemme quale figura di riferimento per la ricostruzione del ponte Morandi.

I “rumors” circa la possibile nomina di Gemme alla carica di commissario straordinario per Genova sono già tali da qualche giorni ma nelle ultime ore sono divenuti qualcosa di più.

Lo stesso Gemme ha confermato di aver già dato la sua disponibilità a ricoprire l’incarico pur mantenendo un certo “distacco” aggiungendo che si tratta di una “bella sfida per chiunque accetti l’incarico”.

Il nome di Claudio Andrea Gemme, del resto, si sovrappone con estrema precisione agli “indizi” lasciati da Matteo Salvini durante le ultime dichiarazioni. Gemme è genovese, ha un curriculum internazionale avendo lavorato in Germania, in Giappone, Russia e Francia e la sua azienda è stata coinvolta direttamente dal crollo.
Gemme, 70 anni, è infatti presidente di Fincantieri Sistemi Integrati e direttore della Divisione Systems & Components, sempre del gruppo Fincantieri.

Un curriculum che certamente potrebbe rappresentare una sicurezza per capacità di rapporti con grandi aziende e con lo stesso Stato che, in qualche modo, farà da “capofila” del progetto.
Qualche resistenza in più potrebbe essere individuata all’interno del Movimento 5 Stelle che non ha mai fatto mistero di voler “svecchiare” il sistema ai vertici del Paese. L’età non è certo un limite ma, nel caso del M5S potrebbe essere sinonimo di rapporti molto stretti con la politica di sempre.

La nomina del commissario arriverà a non più di 10 giorni dalla firma del Decreto Genova, apposta ieri dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’incarico istituzionale non andrà oltre i tre anni (nel decreto si parla di 12 mesi rinnovabili) e sarà plenipotenziario, ovvero avrà possibilità di aggirare leggi e regolamenti nell’interesse superiore del Paese. Un’altra questione molto delicata per la componente “locale” del Movimento 5 Stelle che teme che i “superpoteri” del commissario possano autorizzare decisioni che non dovranno tenere conto delle istanze del territorio su tematiche importanti come l’ambiente e la tutela del paesaggio.

Infine il commissario avrà i rapporti diretti con Autostrade per l’Italia che è stata chiamata a pagare tutte le spese per riparare il disastro del crollo ma non parteciperà in alcun modo alla ricostruzione. Il commissario sarà chiamato ad difficilissimo e delicato incarico di pretendere il denaro da Autostrade ma potrà anche reperire diversamente i fondi, facendoseli anticipare da un ente pubblico (ipotesi più probabile) o privato.
E’ questo un punto delicatissimo per la vicenda poiché lo stesso governatore della Liguria Giovanni Toti ha dichiarato a più riprese di temere un’azione legale da parte di Autostrade sia per rivendicare il ruolo diretto nella ricostruzione dell’opera e sia per pretendere che si arrivi ad una sentenza definitiva per stabilire la responsabilità effettiva e legalmente sancita dell’azienda nel disastro. Cause legali che potrebbero andare avanti per anni con la necessità di coprire per intero le somme necessarie alla ricostruzione da parte dello Stato e, quindi, da parte di tutti gli italiani.

Al danno, in questo caso, si aggiungerebbe la “beffa”.