Genova – “C’è una società in crisi, che ha perso la speranza e si rifugia nella ricerca di un colpevole a tutti i costi” parla dell’Italia fascista, il presidente della Comunità Ebraica Ariel Dello Strologo, ma non nasconde il parallelo con l’attualità.

La manifestazione “Non c’è futuro senza memoria” con cui gli ebrei genovesi e Sant’Egidio hanno ricordato la deportazione degli ebrei genovesi, iniziata 75 anni fa ha coinvolto duemila persone: per fare memoria della pagina genovese della Shoah, ma anche per interrogarsi sul presente e sul futuro.

La Marcia ha coinvolto – oltre all’assessore regionale Viale, all’assessore comunale Viscogliosi, al Magnifico Rettore e numerosi altri rappresentanti delle istituzioni – centinaia di bambini e giovani di cui moltissimi immigrati e richiedenti asilo e si è conclusa nella sinagoga.

“Gli immigrati – ha spiegato Andrea Chiappori – non meritano di diventare il capro espiatorio della paura. Il lavoro da fare è scongiurare che un mondo impaurito come il nostro cerchi sicurezza nel disprezzo verso i più deboli”.

E Piero dello Strologo, presidente del Centro Primo Levi e testimone degli anni tragici delle persecuzioni nazifasciste, ha ricordato le Leggi Razziali, promulgate ottant’anni fa: “ci fu un silenzio, non assoluto, ma il silenzio di chi attraversa gli eventi della storia con passività morale e materiale. Sono fantasmi che sembrano risorgere non solo verso gli ebrei ma anche verso chi fugge dalla guerra e dalla fame”.