Genova – Il ponte Morandi sarebbe crollato in seguito alla caduta, da un camion che la trasportava, di un enorme bobina di acciaio. Si va delineando la tesi “difensiva” di Autostrade per l’Italia, società del gruppo Benetton, coinvolta nelle indagini sul crollo del viadotto autostradale che, il 14 agosto scorso, ha ucciso 43 persone e lasciato senza casa centinaia di genovesi.

Ad anticipare il contenuto della perizia degli esperti nominati da Autostrade l’edizione di oggi del quotidiano Il Secolo XIX che pubblica un ampio servizio sulla vicenda.
In pratica i periti di parte avrebbero individuato nella perdita del carico di un trasporto eccezionale, le cause scatenanti – se non coadiuvanti – del cedimento del ponte.
Al momento del disastro, in effetti, sul ponte stava transitando un pesante automezzo che trasportava una grossa bobina in acciaio, con un carico decisamente consistente. Le prove di una perdita di carico non sono state individuate ma il camion è effettivamente precipitato dal ponte e il conducente è rimasto miracolosamente illeso e potrà certamente fornire elementi utili a chiarire la vicenda.

I periti del Tribunale di Genova, però, non concordano con l’ipotesi e sono più orientati a considerare il deterioramento della struttura come “chiave” per spiegare il cedimento improvviso.
Di certo si preannuncia una dura battaglia legale tesa a portare elementi di prova che confermino una o l’altra ipotesi. Il processo per identificare e punire gli eventuali responsabili, quindi, è sempre più in salita.

La perizie, se confermate negli elementi annunciati, non sembrano poter dimostrare “al di là di ogni ragionevole dubbio” le cause del crollo e dunque sarà compito dei magistrati dirimere la controversia aprendo la strada ad ulteriori ricorsi e ad un allungamento smisurato della vertenza legale.
In mezzo i cittadini che rischiano di pagare di tasca propria per il mancato coinvolgimento di Autostrade nella ricostruzione e, ora, anche per un eventuale riconoscimento dell’estraneità dell’Azienda concessionaria dalle responsabilità per il crollo.
Un conto che si preannuncia molto, molto salato.