Genova – Ci sarebbe un nuovo tentativo in vista per caricare macchinari militari e dunque vietati dalla Costituzione italiana, per la nave battente bandiera saudita che da settimane gira per il Mediterraneo, dalla Francia all’Italia, nel tentativo di attraccare “in silenzio” in uno scalo e riuscire a caricare le merci e i materiali diretti all’esercito saudita che da mesi bombarda civili inermi in Yemen ed è sotto accusa, da parte di molte organizzazioni umanitarie indipendenti per possibili crimini contro le popolazioni colpite dal conflitto che sconvolge la zona.

L’appello torna a circolare sul tam tam dei social e di whatsapp e richiama il popolo pacifista e i lavoratori del porto di Genova a dire nuovamente “no” alla violazione dei principi costituzionalmente sanciti “rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie tra popoli”.
L’articolo 21 della Costituzione italiana recita infatti: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Un dettato che non può essere violato a pena di gravissime sanzioni e che sembra “lettera morta” presso alcune aziende che si prestano comunque a offrire i loro servigi in cambio di somme di denaro.
Lunedì mattina è previsto il nuovo tentativo di carico dei macchinari che sia il governo francese che quello italiano (e dalla stessa azienda che li produce) sono classificati come merci destinate ai militari.

Le associazioni umanitarie e i portuali di Genova si stanno mobilitando per un nuovo blocco del Porto che dovrebbe impedire nuovamente l’imbarco di materiale che potrebbe essere usato contro la popolazione inerme dello Yemen e contro i bambini che sono sempre più spesso vittime innocenti del conflitto.