Genova – Il centro sociale Terra di Nessuno verrà presto sgomberato su disposizione del Comune che ha inviato ai responsabili l’invito a lasciare l’area al più presto possibile. Nuovo “braccio di ferro” della civica amministrazione con i gruppi di giovani che utilizzano spazi degradati per realizzare punti di aggregazione e di socialità.
La comunicazione del provvedimento è stata diffusa dallo stesso centro sociale che ha annunciato la sua protesta contro il provvedimento che lascerebbe lo spazio auto gestito ad Amiu che lo trasformerebbe in una grande isola ecologica.

Un “passo indietro” secondo i ragazzi del centro sociale che ricordano che, al loro arrivo, l’area era una grande discarica.
Non è chiaro se i ragazzi del centro sociale intendano resistere allo sgombero e se ci si deve aspettare una qualche forma di resistenza passiva ma, di certo, sembra difficile che la storia del “Terra di Nessuno” possa concludersi con una semplice lettera del Comune.

Dal canto suo la civica amministrazione segnala che il canone previsto per occupare l’area (1200 euro annue pattuite con l’allora sindaco Marta Vincenzi) non viene pagato dal 2013 e che le proteste dei residenti della zona per feste un pò troppo rumorose, specie in estate, sono ormai una consuetudine poco gradita.

In mezzo la perplessità dei residenti della zona che chiedono chiarezza sul futuro dell’area sgomberata poiché il progetto di una mega isola ecologica, con via vai di mezzi pesanti e il centro di raccolta di oggetti ingombranti non piace.

Questo il testo del post su Facebook del CSOA Terra di Nessuno:

“NON UN PASSO INDIETRO

Il giorno 3 settembre è stata notificata al Centro Sociale Terra di Nessuno un’ordinanza di rilascio con preavviso di esecuzione forzata.

La ragione, per la pubblica amministrazione di questa città, è la pressante necessità di rientrare in possesso dei locali del Terra di Nessuno, al fine di poter disporre di questi ultimi per poterli vendere ad AMIU, che vorrebbe trasformare un luogo che per 24 anni ha portato nella nostra città eventi culturali, concerti, dibattiti in.. una discarica.
Così come successe per lo sgombero dello Spazio Utopia l’anno scorso, questa giunta rivendica, oggi più che mai, il suo interesse a togliere alla città spazi di aggregazione e confronto a beneficio di un guadagno economico e logistico, di certo fondamentale per tutti, ma di ben poco conto se comparato ai benefici sociali portati da uno spazio come il TDN.
Una delle ragioni per le quali questa giunta ha deciso di utilizzare gli spazi sociali come lotti da rivendere all’azienda municipalizzata per l’igiene urbana è legata, a loro avviso, alla caduta del ponte Morandi. Ora, provando a sorvolare sull’ipocrisia di appoggiarsi ad un evento catastrofico come quello che ha coinvolto tutti noi quel maledetto 14 Agosto per sgomberare luoghi come il TDN, secondo il Comune l’urgenza di sgomberare il nostro CSOA sarebbe legata all’impellente bisogno di ricollocare l’area di smaltimento rifiuti, persa con il crollo del ponte, proprio al posto del Terra di Nessuno.
Questo maldestro tentativo di giustificare quello che in realtà altro non è che un bisogno di far cassa, ha trovato fin dall’inizio una fortissima opposizione non solo di questo collettivo, ma di tutto il quartiere del Lagaccio e di numerosi altri cittadini: come è possibile, ci chiediamo tutti, voler sgomberare un luogo di socialità per mettere al suo posto una discarica?
Oppure, provando a distaccarsi emotivamente dall’atto di sgombero in sé, come è possibile che non abbiano davvero trovato un altro sito adatto se non la Valle del Lagaccio, luogo a rischio idrogeologico, con importanti problemi infrastrutturali (basti pensare al Ponte Don Acciai), nonchè uno dei quartieri con la più alta densità popolare in Europa (ed una ridicola, se non offensiva, proporzione di servizi per i cittadini)?
E infine, tanto per metterci un po’ di pulci nelle rispettive orecchie, siamo davvero sicuri che togliendo forze e risorse alla ricostruzione del viadotto dell’autostrada, che sta procedendo così celermente, e iniziando un nuovo, enorme, cantiere a Lagaccio (in assenza di risonanza mediatica nazionale e di reali finanziamenti, nonchè in contemporanea con un ulteriore cantiere per la riqualifica dell’area Gavoglio e il Ponte Don Acciai ancora inaccessibile) si procederebbe in maniera altrettanto veloce e impeccabile? non si rischierebbe di veder pronta prima l’area del Ponte Morandi e i rispettivi edifici che sono andati persi, rispetto all’inaugurazione della nuova e sfavillante Isola Ecologica del Lagaccio?
Prendiamo atto, senza esserne sorpresi, che ancora una volta questa giunta preferisce guardare ai quartieri della città che amministra come ipotesi di profitto piuttosto che come luoghi ricchi di opportunità e bisogni da conoscere e condividere; sappiamo perfettamente che preferirebbero vedere al posto di ogni Centro Sociale una discarica, se essa permettesse loro di non doversi confrontare con le persone e le idee che animano luoghi come la Terra di Nessuno, al rischio di scoprire quanta distanza c’è tra loro, i nostri “amministratori”, e le persone che davvero vivono e conoscono il proprio quartiere e la propria città.
Qualsiasi cosa accada, noi sappiamo chi siamo e dove vogliamo andare, siamo profondamente orgogliosi di ciò che le nostre quattro mura ci hanno insegnato e siamo pronti a dimostrarvelo giorno per giorno, strada per strada”.