No foibe no partyGenova – Una denuncia contro ignoti perché si indaghi sugli autori dello striscione esposto domenica 18 luglio, durante la manifestazione in ricordo del G8 del luglio 2001, da alcuni partecipanti al corteo.
A presentarla il Comitato 10 febbraio (Giornata del Ricordo) e dall’Associazione Nazionale Dalmata che riunisce moltissimi familiari delle vittime delle stragi delle foibe, nella ex Jugoslavia.

“Domenica – scrivono le associazioni – si è svolta a Genova la commemorazione del ventennale del G8, un evento drammatico che vide la città sconvolta da scontri violentissimi che portarono a un morto e a numerosissimi arresti fra i partecipanti e a condanne anche fra le forze dell’ordine. Una ferita ancora aperta per la città della Lanterna.
Il corteo, che ha sfilato per le vie di Genova, era aperto da uno striscione nel quale era scritto lo slogan “No Foibe, No Party” gravemente offensivo e derisorio nei confronti dei martiri delle foibe, migliaia di italiani massacrati dai partigiani comunisti slavi al confine orientale d’Italia”.

“Non possiamo accettare – spiegano i rappresentanti delle associazioni – che passino sotto silenzio queste dimostrazioni di intolleranza nei confronti degli italiani vittime del regime dittatoriale di Tito. Gettare persone ancora vive in una foiba, in guerra ma anche a conflitto ampiamente finito, non fu “giustizia” ma, per citare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole.”

Secondo i rappresentanti del Comitato 10 febbraio e l’associazione nazionale Dalmanta: “gli autori di questo gesto criminale devono essere identificati e processati in base alla legge Mancino che, ai sensi dell’art 604 bis del codice penale, punisce: l’apologia di crimini di guerra e contro l’umanità fra i quali è, ovviamente, ricompresa la pulizia etnica. Per questo motivo abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di denunciare, proprio ai sensi della legge Mancino, gli autori di questo gesto ignobile. Lo chiedono le migliaia di italiani che fecero una morte orrenda e che ancora oggi sono insultati e derisi da personaggi la cui ideologia è stata sconfitta dalla storia.”