Moto che corrono all’impazzata all’interno di alvei di fiumi e torrenti in secca, sterminando la fauna e la flora già in crisi per la siccità.
Cai Liguria, Italia Nostra, Lipu, Legambiente Liguria e WWF Liguria esprimono contrarietà all’emendamento regionale che consentirà ai mezzi a motore di percorrere le aree asciutte dove prima scorrevano i corsi d’acqua.
“Esprimiamo fortissima contrarietà – scrivono le associazioni ambientaliste – alla notizia che sarà consentito ad autoveicoli e motocicli di percorrere tratti di torrenti in secca della nostra Regione – e questo in deroga alla vigente legge regionale (n.38/92) che regolamenta il transito fuoristrada – attraverso un emendamento lampo ad hoc inserito in periodo di ferie estive, in una norma di modifiche alla proposta di legge regionale ligure n.74 recante “ulteriori disposizioni di adeguamento dell’ordinamento regionale”.
È veramente incomprensibile che sia potuta venire in mente una simile proposta, e come possa essere stata votata dal Consiglio Regionale.
I torrenti, seppure in secca, rappresentano comunque un tratto caratteristico del paesaggio naturalistico ligure ed andrebbero preservati, ed è evidente a tutti come questo genere di attività sia del tutto antitetico ad una corretta gestione ed uso degli stessi.
Quello che noi proponiamo, da sempre, è una modalità di fruizione dei beni pubblici naturali (fiumi, torrenti, sentieri, crinali, monti) legata ad una dimensione “lenta”. Camminate a piedi, in bicicletta, escursionismo della conoscenza e della coscienza: sono queste le modalità che possono dare grandi benefici al nostro territorio, anche in termini turistici, ma non solo, anche come tutela e preservazione.
Ricordiamo che nei corsi d’acqua vi sono una elevata quantità di habitat che offrono possibilità di vita ad un numero enorme di pesci, mammiferi, uccelli, invertebrati, vertebrati e vegetazione anche molto rara e tutelati da norme di carattere regionale nazionale e comunitario.
Non ci basta che questo provvedimento sia stato escluso in aree protette e naturalistiche, e ci sarebbe mancato anche il contrario.
Contestiamo alla radice un’impostazione politica e culturale che produce simili scelte. Chiediamo con forza che il provvedimento sia ritirato, per il bene del nostro territorio.