protesta genitori disabili regione LiguriaGenova – Attendono mesi per ottenere le visite medico-legali per accertare la disabilità dei figli da parte delle asl della Liguria e poi anni per entrare nei programmi di terapie coperte dal sistema sanitario nazionale e per non perdere “tempo prezioso” secondo il parere di tutti i medici e terapisti che si occupano del problema, si accollano spese sino a 600 euro al mese per poter garantire, provatamente, gli interventi che possono migliorare le future condizioni di vita dei loro figli.

Erano decine – pochi rispetto all’enormità del fenomeno che parla di un caso ogni 70 bambini, i genitori di persone con disabilità che ieri hanno presidiato pacificamente il palazzo della Regione Liguria, in via Fieschi, per chiedere il rispetto delle norme nazionali che prevedono la chiamata per accertamento della disabilità entro 30 giorni dalla richiesta (nel genovese si attendono sino a 6 mesi) e l’eventuale riconoscimento della legge 104 da parte della Asl di competenza e dell’Inps.

Con striscioni e bandiere hanno atteso di essere ascoltati dalla commissione Salute della Regione che potrebbe “smuovere” una situazione incancrenita da anni dopo una “rivoluzione” che ha tagliato personale e “riorganizzato” servizi che prima non causavano liste di attesa di centinaia e centinaia di persone.

Genitori che non si vergognano a raccontare di mangiare “pasta all’olio” a pranzo e a cena per permettere ai propri figli di avere quelle terapie (privatamente) che lo Stato italiano non garantisce se non dopo attese sino a 3 anni in un periodo in cui medici, neuropsichiatri, pediatri e specialisti della riabilitazione affermano senza tema di smentita che anche un mese di ritardo può condizionare la vita futura del paziente.
Una situazione paradossale che si registra in una regione in cui, a parole, la disabilità dovrebbe essere una delle priorità dell’amministrazione.

I genitori hanno chiesto e chiederanno che i loro figli non debbano attendere 6 mesi per una visita medico-legale che accerti quello che è evidente per i casi più gravi, anche all’occhio di un profano, e che non occorrano anni per accedere a programmi di terapia e recupero che possono fare la differenza tra una vita di emarginazione e sofferenza indicibile ed una “quasi normale”.

Hanno protestato davanti alla sede della Regione Liguria lo scorso 26 ottobre, sono tornati ieri pomeriggio per consegnare un documento nel quale sono riassunti tutti i punti chiave della protesta e torneranno di certo per chiedere alla Regione Liguria di attivarsi al più presto per garantire diritti già previsti dalle leggi nazionali e assunzioni di personale per sanare i vuoti lasciati dai pensionamenti ma anche e soprattutto per riportare la situazione, completamente sfuggita di mano, alla normalità che si registra in altre regioni italiane.

I genitori dei bimbi con disabilità chiedono anche che le liste di attesa delle terapie vengano azzerate al più presto e che i bambini possano avere insegnanti di sostegno sin dall’asilo nido e dalla scuola materna, nelle ore necessarie e non solo “di facciata”, per poter offrire ai bambini vere opportunità di miglioramento e progresso educativo e scolastico, che ne facciano Cittadini in grado di offrire il proprio apporto alla Società e non sentirsi ed essere considerati come un “peso” con costi di gestione che certamente raddoppiano o triplicano rispetto all’investimento che sarebbe necessario per garantire loro un futuro dignitoso.
Lo dimostrano aziende e attività commerciali che hanno scelto di puntare proprio su personale “speciale” e che dimostrano come le persone che troppo spesso vengono considerate un peso per la società sono in grado di lavorare e mandare avanti una attività come tutti gli altri.