diabili sedia rotelleGenova – Una lettera a Papa Francesco per chiedere un suo intervento per sbloccare le liste di attesa per la “presa in carico” dei tanti disabili che, in Liguria, sono costretti ad attendere anche anni per poter avere cure e terapie a carico del sistema sanitario nazionale invece di dover pagare di tasca propria anche 5-600 euro al mese.
Sono 1200 solo a Genova – ed un altro migliaio in tutta la Liguria, le famiglie con persone disabili che hanno virtualmente firmato la lettera inviata al Santo Padre per denunciare i ritardi della Regione Liguria nel riconoscere un diritto fondamentale alle tante persone disabili in lista di attesa anche da anni per poter fare terapie e cure riabilitative in gradi di fare la differenza tra una vita di emarginazione e sofferenza e la speranza di una inclusione nel tessuto sociale e lavorativo come soggetti in grado di dare il proprio contributo allo sviluppo dell’Italia.
Una lettera disperata che denuncia gli intollerabili ritardi nel riconoscimento delle disabilità, dei contributi della legge 104, del sostegno scolastico e del diritto a cure riabilitative che sono inserite normalmente nel sistema sanitario nazionale ma che faticano ad essere riconosciute in Liguria.
Dopo diversi incontri e rassicurazioni, le famiglie dei disabili denunciano l’assenza, nel Bilancio in approvazione in questi giorni alla Regione Liguria, di una risposta chiara e forte alle loro richieste e per questo hanno deciso di scrivere una lettera a Papa Francesco per chiedere aiuto.

Ecco il testo della Lettera al Papa:

“Mancano pochissimi giorni a Natale momento in cui nasce Gesù, momento in cui la sensibilità dovrebbe essere maggiore.
Invece noi genitori subiamo l’indifferenza e l’umiliazione di chi antepone interessi personali,
politici ed economici, quasi infastiditi del disturbo che arrechiamo loro chiedendo di fare ciò per cui son eletti e pagati, ovvero per essere protagonisti attivi della realizzazione dei diritti alla cura e alla salute.
Permetta Santo Padre di disturbarla e di chiedere chiaramente di prendere una posizione in favore di bimbi che non possono urlare il loro sdegno, non possono essere curati con tempestività, vedendo prefigurare un danno irreversibile e spingendo loro verso i margini della società che dovrebbe essere inclusiva e non escludente delle persone neurotipiche.
Se in Europa delinea linee verso un aiuto immediato ai bimbi con disabilità e in Italia viene votata una legge delega che segue le linee guida europee, il governo genovese “fa orecchie da mercante” e anziché mettere in campo tutte le risorse necessarie, sceglie di destinare un credito vinto in consiglio di stato di 5 milioni di euro ad altre destinazioni, noncurante dell’ente che vanta il credito e mettendo in campo solo 2 milioni di euro che corrispondono per i bimbi genovesi a 230 terapie.
Santo Padre sa con 7 milioni quanti bimbi potrebbero essere aiutati? E quante famiglie del ceto medio basso, che oggi devono scegliere tra curare pagando privatamente le terapie ai bambi e mangiare, potrebbero tornare a respirare?
Abbiamo chiesto anche aiuto alle squadre di calcio liguri e aspettiamo che una sola che in modo molto timido si è fatta avanti per aiutarci, ci dia un responso più coraggioso.
Gesù ha detto “Nel mondo avrete tribolazione” (Giovanni 16:33) mi creda Santo Padre sono
disposto per lavoro a tutte le tribolazioni di questo mondo spegnendo incendi, salvando vite, mettendo la mia in pericolo, ma non son disposto a tribolare per qualcosa che in una società civile è un diritto sancito per legge e che vede però vittime bimbi che non possono che subire questa situazione e genitori che spesso per barriere linguistiche, culturali e sociali non hanno facoltà di combattere.
Da ottobre con coraggio e determinazione porto questa croce per tutte queste famiglie senza aspirazioni politiche, sindacali o personali, ma solo perché ritengo che il messaggio di Dio sia ben chiaro e al di là delle credenze religiose di una o più famiglie. Ogni bimbo deve essere aiutato perché son tutte creature di Dio e se io potrò, vorrei solo essere portatore di un messaggio e chiedo a Lei Sua Santità di poter intercedere con le istituzioni per farli rinsavire e comprendere che a Natale devono far un regalo enorme a tutte queste famiglie. Le sarò eternamente grato.
Le auguro un felice Natale consapevole che farà quanto in sua facoltà per aiutare questi piccoli.
Non ne dubiti, come lei chiede sempre ai fedeli, prego e continuerò a pregare anche per Lei, perché mi danno forza i Suoi discorsi. Le Sue parole hanno reso dignità di esistenza a molti invisibili e sono certo che riuscirà a trasformare il ruolo di ultimi, che hanno assegnato ai nostri bambini in un diritto principale per trasformare le loro fragilità in potenzialità. Non so come sia il giusto congedo dal Santo Padre, ma con umiltà le invio un abbraccio commosso e pieno di speranza, che sarà arrivato a leggere, forse il mio sogno diventerà realtà per i bambini che smetteranno di attendere”
Marco Macri
coordinatore delle 1200 famiglie scese in piazza per le terapie bloccate