Guardia di Finanza della SpeziaLa Spezia – Fornivano falsi contratti di lavoro per consentire la regolarizzazione di persone immigrate nel nostro Paese.
Alle prime luci dell’alba 50 finanzieri del Comando Provinciale della Spezia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di La Spezia, Mario De Bellis, nei confronti di 5 soggetti, due dei quali posti agli arresti domiciliari, accusati di essere promotori, organizzatori e membri di un’associazione a delinquere che si era dotata anche di una veste imprenditoriale ed era sistematicamente dedita a favorire illegalmente l’ingresso e/o la permanenza nel territorio nazionale di soggetti extracomunitari privi della cittadinanza o del titolo di residenza permanente.

Il provvedimento giunge a conclusione di una complessa ed articolata indagine, inizialmente intrapresa nell’alveo del sommerso d’azienda e del lavoro irregolare: in tale contesto, veniva individuata una ditta con sede dichiarata in Sesta Godano (SP), operante nel settore della cantieristica navale, la cui posizione fiscale presentava elementi di anomalia ed indici di pericolosità fiscale ritenuti meritevoli di ulteriori approfondimenti investigativi.

Le successive indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica, Dott. Antonio Patrono, che ha rilasciato apposito nulla osta per la divulgazione dei fatti agli organi di stampa, consentivano di disvelare l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminosa, strutturata, collaudata e con una precisa ripartizione di compiti tra i complici, finalizzata al favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, anche mediante la commissione
di reati tributari e contro la fede pubblica.
In particolare, i due promotori, cointeressati nella gestione dell’impresa quali amministratore di diritto e di fatto della medesima, si sarebbero avvalsi della collaborazione di tre cittadini stranieri che, intercettate le esigenze e le aspirazioni di soggetti extracomunitari circa il rilascio di permessi di soggiorno o il rinnovo di quelli in scadenza, prospettavano loro, quale idonea soluzione e previa corresponsione di “tariffe” predeterminate o in contanti o mediante ricariche su carte postepay nella disponibilità degli indagati, la stipula di contratti di lavoro fittizi con l’azienda e l’elaborazione di buste paga e certificazioni uniche del reddito altrettanto fasulle, creando i presupposti necessari per il conseguimento del titolo e prestando allo straniero richiedente continua assistenza lungo l’intero iter amministrativo.

Sulla base delle risultanze investigative, sono ben 252 i soggetti extracomunitari che si sono avvalsi dei servizi offerti dal gruppo criminoso al fine di conseguire il titolo di soggiorno in violazione delle disposizioni contro le immigrazioni clandestine.
È stato altresì possibile accertare come 143 dei soggetti individuati avessero poi prodotto istanze volte alla percezione, indebita, di misure di sostegno al reddito quali il reddito di emergenza e/o il reddito di cittadinanza, contributi economici per la cui erogazione costituiscono requisiti imprescindibili la residenza nel territorio nazionale e il possesso di regolare permesso di soggiorno e che erano stati loro erogati già per circa 600 mila
euro.
Specifiche e circostanziate segnalazioni verranno tempestivamente trasmesse alle Questure ed all’I.N.P.S. ai fini dell’adozione dei conseguenti provvedimenti di competenza.