consiglio regionale della LiguriaGenova – L’associazione Nazionale Partigiani contro la proposta, avanzata in consiglio regionale dalle forze di centro-destra, di equiparare nazismo e comunismo davanti alla Storia. Una proposta che ha suscitato una forte discussione nell’aula appena intitolata al presidente della Repubblica Sandro Pertini, perseguitato dal nazifascismo e partigiano.

“Nazifascismo e comunismo per la destra pari sono: basta giochini revanscisti, se siete liberi ringraziate anche i comunisti”. Tuona l’Anpi nazionale

“Lo abbiamo detto più volte – scrive l’ANPI in una nota stampa – un bel ripasso di storia farebbe bene a tutti. Non possiamo che esprimere preoccupazione per la mozione presentata e votata oggi in Consiglio Regionale dalla maggioranza di centrodestra che equipara nazismo, fascismo e comunismo, utilizzando realtà storiche ben diverse in nome di un pronunciamento contro l’antisemitismo”.

“Vogliamo ricordare al proposito – si legge nella nota – quanto scrisse l’ANPI nazionale in occasione di un voto del Parlamento Europeo nel settembre 2019: si esprimeva profonda preoccupazione per quella risoluzione in cui si equiparano nazifascismo e comunismo, per altro in palese contrasto con la risoluzione antifascista, antinazista e antirazzista del 25 ottobre 2018. È inaccettabile, infatti, accomunare in un’unica riprovazione oppressi ed oppressori, vittime e carnefici, invasori e liberatori, per di più ignorando lo spaventoso tributo di sangue pagato dai popoli dell’Unione Sovietica, più di 22 milioni di morti, e persino l’episodio simbolo della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata rossa”.

“Davanti al crescente pericolo di risorgenti nazionalismi – prosegue la nota di Anpi – che si rifanno alle ideologie nazifasciste, il centrodestra in Regione Liguria sceglie ancora una volta una strada di lacerante divisione invece che di responsabile e rigorosa unità. Riteniamo anzi vergognoso il riproporre questa tematica nel giorno in cui era diventata non rinviabile la cerimonia di intitolazione della sala del Consiglio Regionale a Sandro Pertini (peraltro, militante antifascista socialista che trascorse molti tempo in carcere con il comunista Antonio Gramsci, che dietro le sbarre fu lasciato morire). Quanto accaduto ci appare come sinonimo di un puerile revanscismo che dimostra il deficit politico culturale e valoriale di proponenti che, peraltro, in passato hanno espresso ammirazione per personaggi come Giorgio Almirante, leader missino e, prima, firmatario di un bando di fucilazione per i partigiani”.

“Questi fatti – spiega ancora l’Anpi nazionale – minano l’autorevolezza e credibilità dell’istituzione stessa del Consiglio Regionale e della sua maggioranza, ed esprimono una pochezza che non sposta di una virgola il valore di coloro che combatterono il nazismo e il fascismo, non solo sul piano militare ma soprattutto nell’espressione di quei Valori che sono stati ispirazione per la nostra Carta Costituzionale e la collocazione del nostro paese in un contesto di Europa Unita”.

“Non c’è storia nel tentativo di cancellare quello che è stato l’apporto fondamentale nella Resistenza e ancor prima già nell’impegno antifascista del Partito Comunista e del contributo democratico dello stesso Pci nell’assemblea Costituente presieduta proprio dal comunista Terracini che da antifascista subì galera e confino. Uno dei tanti militanti comunisti, anche liguri, che dobbiamo ringraziare per la nostra libertà, come Teresa Mattei, nata a Genova la più giovane costituente che contribuì a scrivere articoli fondamentali della carta costituzionale; i comandanti partigiani Felice Cascione, Giacomo Buranello e Walter Fillak, o Remo Scappini, nelle cui mani i tedeschi si arresero. E nell’Italia repubblicana i comunisti si schierarono contro i tentativi golpisti di Borghese ed altri, contro le bombe dello stragismo fascista come contro il terrorismo: il nome di Guido Rossa valga per tutti.
Ecco perché diciamo, di fronte ad una mozione irricevibile ed inaccettabile, che la necessità di un ripasso di storia è fondamentale, a fronte di un vero sfregio ideologizzante frutto di una “maggioranza” in Regione che sembra non aver ancora capito che la Costituzione è frutto anche di quelle lotte e del contributo straordinario che quella forza, accomunata con intenzione ai nazifascisti, diede alla conquista della libertà e della democrazia”.