polizia auto squadra volantiGenova – Minacce, persecuzioni e revenge porn.

Questo ha dovuto subire una donna da parte dell’ex fidanzato 42enne che, dalla fine della loro storia lo scorso febbraio, ha continuato a perseguitarla arrivando anche a diffondere video intimi della coppia.

Per fortuna, ora, l’incubo è finito e l’ex è agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.

Nel corso dei mesi scorsi, da quando era terminata la loro relazione per volontà della donna, l’uomo ha messo in atto atti persecutori, violazione di domicilio e diffusione di immagini o video sessualmente espliciti.

Alla fine del mese di febbraio, gli agenti della Polizia di Stato di Cornigliano erano intervenuti nell’abitazione della donna perché l’ex si era presentato in giardino, scavalcando la recinzione e, dopo uno scambio di battute a distanza, aveva iniziato a prendere a calci l’uscio.

L’uomo poi era uscito ed era salito in macchina per colpire, in retromarcia, il cancello del giardino, sventrandolo.

All’arrivo dei poliziotti l’uomo si era dileguato ma quanto fatto era stato immortalato dalle telecamere di videosorveglianza.

A raccontare quanto accaduto era stata poi la ex che, interrogata dagli agenti, ha spiegato quanto accaduto e tutto quello che era costretta a subire da parte dell’uomo che non accettava la fine della loro relazione.

Negli ultimi due mesi, il 42enne, spesso ubriaco, aveva minacciato ripetutamente la ex, anche con foto di una pistola, e diverse volte si era appostato sotto casa, talvolta scavalcando la recinzione del giardino e palesandosi davanti alle finestre.

Durante uno di questi appostamenti era arrivato a compiere anche un lieve atto di autolesionismo davanti alla donna per poi passare la notte nascosto nell’auto di lei e ripresentarsi sporco di sangue il mattino dopo.

Ultimo, in ordine di tempo, il revenge porn: sul proprio stato di whatsapp il 42enne ha pubblicato alcune foto private che la donna gli aveva inviato durante la loro relazione.

Visto lo stato di ansia e paura in cui era costretta a vivere la donna, tanto da cambiare le sue abitudini di vita e controllare le immagini di videosorveglianza frequentemente, visto anche il crescendo di aggressività, il Tribunale di Genoa ha deciso di predisporre gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.