palazzo di Giustizia genovaGenova – Sarà un’indagine condotta dalla magistratura genovese a fare chiarezza sull’ancora confuso episodio avvenuto alla stazione di Principe lo scorso 18 aprile quando 25 disabili sono rimasti bloccati nella stazione perchè i posti a sedere sul treno regiobale veloce diretto a Milano, che avevano regolarmente pagato e prenotato, erano occupati da altri passeggeri.
Un’indagine è stata aperta e affidata al pubblico ministero Luca Monteverde che ha già chiesto le immagini dei circuiti di sorveglianza della stazione e del treno e ascolterà nei prossimi giorni tutte le persone coinvolte.
L’intenzione è, prima di tutto, chiarire come si siano effettivamente svolti i fatti visto che le “versioni” rese da Trenitalia e dal gruppo che ha organizzato il viaggio non sembrano collimare e, soprattutto, non è chiaro se le forze dell’ordine siano intervenute o meno sul treno per far rispettare la prenotazione fatta e il diritto dei disabili a viaggiare sul treno che avevano prenotato.
Il gruppo di disabili, 25, con gli accompagnatori, ha smentito la ricostruzione dei fatti inviata alle Redazioni dei Media da Trenitalia e, più che puntare il dito contro chi si sarebbe rifiutato di liberare il posto prenotato parla di “problemi di chi gestisce il servizio” ovvero Trenitalia.
Ecco infatti quello che l’associazione “Haccade!” ha pubblicato sulla sua pagina Facebok:

Il gruppo di Turisti Per Kaos, progetto dell’Associazione “Haccade!”, ha svolta un soggiorno per le vacanze di Pasqua, a Genova, nel periodo che intercorre da giovedì 14 a lunedì 18 aprile 2022.
Per svolgere i nostri soggiorni siamo soliti a viaggiare con Trenitalia e, nonostante problemi comunicativi interni alla stessa che possono causare disguidi in materia di assistenza, non ci eravamo mai interfacciati con un problema di tale entità.
Lunedì 18 aprile siamo arrivati alla stazione di Genova Piazza Principe con un’ora di anticipo rispetto al treno regionale veloce 3075 delle ore 15.48 che avremmo dovuto prendere per recarci a Milano Centrale.
Il personale di assistenza ci ha proposto, in quanto sarebbero stati possibili sovraffollamenti dei treni in generale, di viaggiare per mezzo di un autobus: proposta da noi rifiutata in quanto aventi diritto, come da prenotazione e accordi presi (gruppo di 25 persone con disabilità e 5 operatori/operatrici).
Inoltre, dovevamo poter garantire la discesa di una persona del gruppo alla fermata di Milano Rogoredo, cosa che l’autobus ha comunicato di non poter permettere in alcun modo. Il treno è arrivato al binario colmo di passeggeri ammassati in piedi sia nei vagoni sia nei passaggi tra una carrozza e l’altra, pertanto il personale ferroviario e l’assistenza ci hanno invitato ad aspettare per capire come poter risolvere la situazione.
Sul binario è intervenuta la Polfer, ma non è stato possibile salire sul treno, poiché il treno viaggiava con almeno una carrozza in meno.
Come associazione ci teniamo a sottolineare che questo spazio doveva essere garantito prima della salita dei passeggeri e non riteniamo modalità adeguata ipotizzare la discesa di trenta passeggeri, in quanto non sarebbero potuti rimanere sul treno nemmeno neanche in piedi.
Riteniamo che il disagio causato a noi sia un disagio causato anche ai passeggeri dello stesso treno che, informalmente, ci hanno espresso dispiacere e difficoltà.
Il segnale del treno è stato chiuso e ha maturato un ritardo di mezz’ora circa o più, fino a che non ci è stato comunicato che non c’era soluzione eccetto quella di prendere un autobus dedicato.
Siamo giunti a Milano più di due ore dopo l’arrivo previsto. In un autobus privo di servizi Igienici e in condizioni climatiche non adeguate e senza informazioni su un luogo di arrivo preciso ipotetico in stazione Centrale (informazione necessaria per le famiglie delle persone del gruppo).
L’autobus si è fermato in piazza Duca D’Aosta in una fermata del bus ATM.
Alla discesa non era presente nessuno: personale di assistenza o simili.
La responsabile dell’associazione coordinava telefonicamente gli interventi, parlando con riferimenti di Polfer e Trenitalia: a essi aveva spiegato la situazione e annunciato l’arrivo (avremmo dovuto avere assistenza anche a Milano Centrale, come da prenotazione).
Oltre a questo, era impossibile recuperare le valigie in sicurezza, in quanto il portellone del bagagli era affacciato sulla strada e non sul marciapiede.
Abbiamo insistito con l’autista per richiedere un intervento dell’assistenza. Dopo averci detto di non avere contatti o informazioni al riguardo, ha contattato un responsabile (non meglio identificato) che ha riferito di non riuscire a comprendere dove ci trovassimo esattamente (nonostante indicazioni della responsabile del gruppo).
La comunicazione è stata interrotta dall’autista che ha tolto alla stessa responsabile del gruppo il telefono, inveendole contro riguardo un presunto stato di disordine del bus (seppure sia stata posta attenzione da parte di tutti alla condizione dello stesso).
Dopo un lasso di tempo in cui nessuno ha fornito assistenza al gruppo, ne si è presentato sul luogo, le famiglie hanno provveduto a recuperare i bagagli in autonomia”.

Una versione che racconta quanto avvenuto sotto una luce diversa e se confermata, sposterebbe il peso della responsabilità di quanto avvenuto più su Trenitalia che sui passeggeri – comunque in torto – che hanno impedito al gruppo di sedersi al proprio posto pagato e prenotato.
Ecco infatti quanto comunicato da Trenitalia alle Redazioni dei Media:

Ieri 18 aprile Trenitalia aveva riservato sulla prima vettura del treno regionale 3075 Albenga-Milano i posti necessari a far viaggiare da Genova a Milano una comitiva di persone con disabilità (27 persone + 3 accompagnatori).
Sul treno, arrivato a Genova Piazza Principe in ritardo per un precedente atto vandalico, che aveva costretto a cambiare tipo di convoglio a Savona, sono saliti numerosi viaggiatori occupando tutti i posti, compresi quelli tenuti e rimasti fino a lì liberi per la comitiva. A quel punto il personale di assistenza alla clientela è salito a bordo per invitare le persone a liberare quei posti. Dopo circa venti minuti, nell’impossibilità di persuadere i clienti e permettere alla comitiva di viaggiare seduta e in maniera confortevole, com’era previsto, Trenitalia ha individuato una soluzione alternativa, utilizzando un pullman sostitutivo.
E’ stata quindi fornita a Genova la massima assistenza, consegnando a ciascuno un kit con snack e bevande, accompagnandoli ai servizi igienici e, successivamente, al pullman per raggiungere Milano.
Trenitalia, esprimendo vivo dispiacere e sdegno per l’accaduto, rimborserà integralmente il biglietto a tutti i partecipanti e conferma il proprio impegno a tutelare il diritto alla mobilità di tutti, in particolar modo di chi, per poterne godere pienamente, necessita di ogni doverosa attenzione: professionale, organizzativa e di comune senso civico”.

Sull’episodio è intervenuto anche Roberto Traverso, segretario nazionale del Siap, il sindacato italiano appartenenti polizia.

“In merito al grave disservizio subito il giorno 18 aprile dalle 21 persone disabili che non hanno potuto salire alla Stazione di Genova P.Principe sul treno regionale 3075 Albenga-Milano, riteniamo necessario ribadire quando oggettivamente rappresentato dalla Dirigenza del Compartimento Polfer della Liguria sull’assoluta correttezza del comportamento professionale dei poliziotti presenti sul marciapiede del treno fermo a Genova e mai saliti sul convoglio.
In un contesto operativo delicatissimo il personale della Polizia di Stato, ha seguito con il supporto della Centrale operativa della Polfer di Genova, sino al pullman a loro dedicato da Trenitalia le persone disabili e gli accompagnatori.
La scelta organizzativa è stata fatta da chi di competenza, ovvero i responsabili Trenitalia a bordo del convoglio i quali non ci risulta abbiano chiesto l’ausilio della Polizia di Stato a bordo treno per espletare mansioni di propria competenza.
Il SIAP naturalmente si augura che vengano chiarite le dinamiche di una situazione a dir poco spiacevole che è stata fortemente condizionata dal fatto che il convoglio aveva cominciato la corsa con 8 carrozze per arrivare con una capienza ridotta di ben due carrozze a causa delle conseguenze di danni vandalici e che evidentemente chi viaggiava sul treno era in possesso di regolare biglietto.
Garantire la sicurezza sui treni è un compito molto complesso e per farlo occorre usare buon senso per evitare che situazioni delicate possano degenerare in fatti ancor più gravi sotto il profilo dell’ordine e la sicurezza pubblica.
Ci auguriamo quindi che chi in queste ore convulse non ha perso un minuto per tuffarsi a capo fitto in dichiarazioni disinvolte alla ricerca di facili capi espiatori, tra i quali erroneamente anche la Polizia di Stato, adesso si affretti a chiarire, nell’ambito delle proprie competenze, le dinamiche di una situazione spiacevole che sicuramente non sarebbe mai dovuta accadere”.