Camogli – Un enorme nido d’api costruito nella canna fumaria di un caminetto. L’ha trovata il proprietario di una casa di Camogli dopo essersi stupido per il forte rumore che proveniva dallo scarico.
E’ bastato uno sguardo fuori dalla finestra per accorgersi che dal camino entravano e uscivano tantissime api e così il padrone di casa ha chiesto aiuto agli apicoltori dell’associazione Alpamiele.
In breve, attraverso una chat creata proprio per rispondere tempestivamente alle richieste di aiuto, all’appello ha risposto Guido Jafelice, appassionato apicoltore e nella vita socio di una ditta di Alpinismo Edile e dunque preparato anche per il difficile intervento sul tetto della palazzina.
In breve l’apicoltore ha rimosso la copertura del comignolo e con una sorta di aspirapolvere appositamente creato per le api (aspirasciami) ha iniziato a prelevare i preziosi insetti che si erano costruiti una bella casetta dentro la condotta.
Più complesso rimuovere, senza romperlo, il “favo”, il nido che contiene uova, api e miele.
L’enorme favo è stato estratto dalla condotta e poi sistemato in un’arnia per poi essere trasferito nell’apiario.
“Le ho fatte traslocare dal mare alla campagna – scherza Guido Jafelice – speriamo che si trovino bene”.
L’insediamento delle api all’interno di muri, tetti e condutture è una conseguenza della “sciamatura”, il fenomeno naturale che si ripete ogni anno, quando nell’alveare nasce una nuova regina.
La vecchia sovrana abbandona il nido con un manipolo di fedelissime e compie un volo alla ricerca di una nuova “reggia” dove fondare una nuova colonia.
In questi giorni sono numerosissime le segnalazioni di sciami presenti in città.
Non bisogna disturbare la migrazione e le api, in quelle condizioni, non sono aggressive e rispondono pungendo solo se attaccate.
Chi le incontrasse non deve spaventarsi ma piuttosto chiamare il 115 o il 112 o contattare una delle assocaizioni di apicoltori.
L’intervento di recupero è gratuito.