lavapiatti, stoviglie, cucina
Genova – “Sono i diritti a mancare e non la voglia di lavorare”. Anche la rappresentanza sindacale di Slang Usb entra nel dibattito in corso sulla difficoltà, da parte di ristoratori e titolari di stabilimenti balneari, di trovare manodopera per i lavori di cameriere, lavapiatti, cuochi e assistenza in cucina e da bagnino.
Secondo Slang Usb, infatti non manca la voglia di lavorare come sembra emergere dalle dichiarazioni dei datori di lavoro, in contrapposizione ad un reddito di cittadinanza che, secondo chi lo ha creato, serve proprio per evitare che le persone accettino di essere sottopagate o condizioni di lavoro particolarmente gravose, pur di portare a casa un minimo reddito.

“Assistiamo con forte preoccupazione – denuncia Slang Usb – alla campagna mediatica portata avanti dai rappresentanti delle imprese del turismo e della ristorazione sulla mancanza di manodopera nel settore. Migliaia di lavoratori sono oggi stigmatizzati come “fannulloni” poiché il reddito di cittadinanza fornirebbe loro l’alibi per rifiutare molte offerte di lavoro”.

“Stiamo assistendo – prosegue il comunicato – ad una guerra ideologica contro ogni forma di sostegno al reddito. Gli argomenti portati avanti dagli imprenditori di ogni livello sugli organi di stampa non sono razionali, spesso contradditori e in diversi casi dei veri e propri falsi. L’unico elemento su cui si può concordare è che la mancanza di manodopera è un dato di fatto, peccato che sulle cause reali si stende un velo pietoso”.

Nella nota di Slang USB si legge ancora che “nel 2018 con il rinnovo del CCNL si è aperta la strada ad una situazione che definire peggiorativa è un eufemismo: possibilità maggiore all’uso dei contratti a tempo determinato, del lavoro in somministrazione, una riduzione significativa delle ore di permesso con un sistema di maturazione iniquo e soprattutto nessun aumento salariale significativo (solo 100 euro a regime sulla durata complessiva del contratto nazionale)”.

“Oltre alla situazione appena descritta – prosegue Slang Usb – il dato reale è che nel settore permangono fenomeni di sfruttamento tutti al di fuori della legalità. Lavoro nero e grigio, straordinari non pagati, sottoinquadramento rispetto alle mansioni sono la norma nel settore. A queste condizioni che sono strutturali in molte imprese, non ci stupisce l’esodo di molti lavoratori o il rifiuto ad accettare le offerte di lavoro”.

Secondo Slang Usb “come molti altri contratti nazionali quello del turismo e dei pubblici esercizi ha un regime salariale orario anche sotto gli 8 euro lordi l’ora. La vera emergenza è questa ed è il problema salariale nel nostro paese, milioni di lavoratori sono poveri e non hanno paghe adeguate al costo della vita attuale. Come Slang-Usb portiamo avanti una campagna per maggiori garanzie e diritti per i lavoratori del turismo e della ristorazione e per l’introduzione di un salario minimo nazionale che parta da 10 euro l’ora”.

A suffragare la posizione di USB anche i dati economici che emergono negli ultimi giorni e che vedono l’Italia fanalino di coda per rapporto stipendi ore lavorate e con un costo della vita aumentato del 20% negli ultimi anni.