Vesima stazioneGenova – Ancora un episodio di inciviltà sui treni della Liguria e, ancora una volta, a pagare il prezzo è una famiglia con un ragazzo con disabilità. E’ successo ieri sul treno che porta da da Vesima alla stazione di Brignole. Una mamma con il suo bambino con spettro autistico è salita sul treno trovando l’area riservata alle persone con disabilità occupata da due ciclisti che, saliti con la bicicletta, impedivano il regolare passaggio.
La donna ha chiesto di poter passare e, in tutta risposta si sente apostrofare con un “signora dove c…. metto la bici?”
La madre, arrabbiata, ha fatto presente che stavano bloccando l’ingresso a quello che era un vagone dedicato alle persone disabili e uno dei due ciclisti ha rincarato la dose di inciviltà e idiozia rispondendo di non vederne in quel momento.
La situazione concitata e il nervosismo ha fatto scattare una “crisi” del bambino con neurodiversità e la troppa confusione e i troppi stimoli hanno fatto peggiorare velocemente la situazione.
Alla nuova richiesta di poter passare, però, alla madre è stato risposto che “il bambino è maleducato” e così la donna ha dovuto spiegare che si trattava di una normalissima reazione di un bambino autistico e che c’era uno spazio che la aspettava.
I ciclisti, invece di comprendere la figuraccia fatta e il disturbo arrecato, hanno detto alla mamma che non avrebbe dovuto prendere il treno.
La discussione, a  questo punto si è infiammata e la donna ha chiamato il capotreno al quale è stata costretta a mostrare i documenti che comprovano la neurodivergenza del figlio prima di ottenere l’intervento del responsabile della sicurezza sul convoglio.
I due ciclisti hanno insistito ancora e sono stati fatti scendere dal treno.

“La domanda – spiega Marco Macrì, portavoce di un gruppo di famiglie con questo tipo di problematiche – è se un bimbo disabile non è in carrozzina , se non ha tratti fisiognomici che ne evidenziano lo stato, se non è ipovedente non va difeso e tutelato dalle Ferrovie e dai viaggiatori? Gli ingressi e i percorsi per le carrozzine devono essere tenuti sgomberi anche senza richiesta esplicita e non è previsto che l’accompagnatore debba girare con i documenti in mano del proprio congiunto e sbandierarli per ottenere un diritto sancito e previsto”.

I bimbi portatori di handicap con problemi di neurosviluppo , autistici non hanno tratti che ne evidenzino la loro condizione e quindi non sono identificabili e se un genitore, magari anche in imbarazzo, espone la condizione del proprio caro, additare il bimbo come “maleducato” o “capriccioso” e non comprendere la situazione di una madre in difficoltà non pare a cittadini e rappresentanti di ferrovie segno di insensibilità verso chi é più fragile???