Roberta RepettoGenova – Prima udienza il 28 giugno per il processo per la morte di Roberta Repetto, la giovane di 40 anni stroncata da un tumore della pelle che, secondo l’accusa, sarebbe stato curato con una operazione “casalinga” per la rimozione di un neo nel Centro spirituale Anidra di Borzonasca. Accusati di omicidio volontario in concorso ci sarà Paolo Bendinelli, santone del centro spirituale, accusato anche di violenza sessuale, circonvenzione di incapace e maltrattamentio Anidra di Borzonasca ma anche Paolo Oneda , medico dirigente dell’ospedale Manerbio di Brescia e Paola Dora, medico psicologo e vicepresidente del Centro Anidra.
I tre sono accusati di aver deliberatamente sottostimato la gravità della situazione, consigliando alla ragazza deceduta meditazione e tisane per curare un tumore della pelle che è andato in metastasi ed ha ucciso la giovane dopo atroci sofferenze.
La decisione di non sottoporre ad esame istologico il neo rimosso nel centro, complica la posizione difensiva dei tre, due dei quali medici e certamente al corrente delle procedure previste in casi come questo.
I familiari della ragazza si dicono certi della possibilità di salvare la congiunta se questa fosse stata indirizzata alle cure mediche previste dal sistema sanitario nazionale.
I tre imputati hanno scelto il rito abbreviato.