ponte morandi tramontoGenova – Riprese video e foto vietate in aula, il prossimo 7 luglio, per la prima udienza del processo per il crollo del ponte Morandi che ha causato la morte di 43 persone e danni per miliardi di euro alla collettività. Lo ha deciso il Tribunale di Genova con una decisione che ha fatto scattare la protesta dei Giornalisti e di tutti coloro che, invece, credono che il processo debba avvenire nella massima trasparenza e con la massima diffusione possibile.
I primi a scendere sul “sentiero di guerra” sono gli operatori dell’Informazione che valutano una pericolosa limitazione del diritto di cronaca la decisione presa e, con una nota annunciano una clamorosa protesta.

“Il prossimo 7 luglio si celebra la prima udienza del “processo Morandi” – si legge nella nota diffusa da Ordine dei Giornalisti, Associazione Ligure dei Giornalisti e Cronisti Liguri – Un’ordinanza del presidente del collegio giudicante limita pesantemente l’esercizio del diritto di cronaca. In pratica spegne le Tv e oscura gli obiettivi dei fotografi, respingendo tutte le richieste di autorizzazione delle riprese audiovisive di tutte le udienze successive alla prima”.
“Il provvedimento – prosegue la nota – vieta perfino l’utilizzo delle immagini che saranno trasferite in sala stampa dal circuito chiuso di ripresa che sarà allestito in aula. Come si motiva lo stop all’esercizio del diritto di cronaca da parte di tv e fotogiornalisti?

“A fronte del comprensibile interesse mediatico per i fatti oggetto del presente procedimento- si legge nell’ordinanza – l’introduzione nell’aula di udienza di telecamere e altri strumenti per la ripresa audiovisiva del processo potrebbero determinare una spettacolarizzazione dell’evento prevedibilmente deteriore per il sereno e regolare svolgimento delle udienze…. Dal momento che è notorio che la presenza in aula dei mezzi di ripresa audiovisiva può influire sui comportamenti di tutti i soggetti coinvolti”.
Una motivazione viziata da un pregiudizio ideologico circa la qualità del lavoro dei giornalisti ed inquietante poiché, se acriticamente accolta, potrebbe costituire il pretesto per negare l’agibilità delle aule giudiziarie ai telegiornali e ai fotoreporter pregiudicando, con il diritto di cronaca, anche quello dei cittadini ad un’informazione, magari non spettacolare, ma puntuale professionale e plurale”.

Su questi temi Associazione Ligure dei Giornalisti e Ordine dei Giornalisti della Liguria invitano ad una manifestazione in difesa del diritto di cronaca e del diritto all’informazione che si terrà il 7 luglio prossimo.