Genova – Infuria la protesta degli studenti di molte scuole genovesi per le temperature nelle aule e per le mancate riparazioni di impianti di riscaldamento che già in passato non garantivano il confort nelle aule. Il dito è puntato contro il Comune di Genova e la Città metropolitana che è responsabile della gestione di molte delle scuole dove gli studenti studiano con la giacca indossata, come al Gobetti di Sampierdarena o al Gastaldi-Abba o dove i genitori in rivolta riportano a casa i bambini come accaduto ieri a Sestri Ponente all’istituto Renzo Pezani di via San’Alberto.
Il tam tam degli studenti parla di una maxi protesta da organizzare nei prossimi giorni per chiedere spiegazioni al Comune e alla Città Metropolitana di ripetuti interventi nelle scuole che, però, non hanno portato a miglioramenti e preparano una lunga lista di “malfunzionamenti” già noti da inizio stagione.
Si parla di caloriferi che non raggiungono le temperature previste per legge nelle classi ma anche di impianti chiusi e altri che tornano a guastarsi poche ore dopo l’intervento de tecnici.
Chi protesta tiene a precisare che non si parla di situazioni “tamponabili” con un maglioncino in più come qualcuno ha voluto far intendere rivolgendo appelli ad evitare abbigliamento estivo in classe, ma di aule, palestre e laboratori dove a malapena si raggiungono i 13-14 gradi. Troppo pochi per chi deve restare 8 ore seduto su una sedia.