Genova – La decisione della Corte di Appello di trasformare in semplice multa la condanna inflitta ad alcuni agenti di polizia a 40 giorni di carcere per aver picchiato selvaggiamente il giornalista Stefano Origone (La Repubblica) ha suscitato molto clamore e anche l’Associazione dei Giornalisti della Liguria e il Gruppo Cronisti Liguri hanno stigmatizzato da decisione.
Origone venne picchiato a manganellate, anche quando si trovava a terra, ferito ad una mano e bloccato dagli agenti, a margine degli scontri di piazza del maggio 2019 tra antifascisti che protestavano per un comizio di Casa Pound e forze dell’ordine.
Colpito ad una mano e alla testa, il giornalista è rimasto in ospedale a lungo e le lesioni hanno provocato problemi per diverso tempo.
In una nota il commento dell’associazione ligure dei Giornalisti e del Gruppo Cronisti Liguri:

“Solo una multa per il pestaggio al collega Stefano Origone – commentano Fabio Azzolini, segretario dell’associazione ligure dei Giornalisti e Tommaso Fregatti, del gruppo cronisti liguri – La decisione dei giudici della Corte di Appello di Genova che trasforma i (già simbolici) quaranta giorni di reclusione in una sanzione pecuniaria da 2582 euro per ciascun poliziotto che quel pomeriggio del 23 maggio del 2019 hanno preso a manganellate Stefano stupisce e inquieta allo stesso tempo.
L’Associazione Ligure Giornalisti e il Gruppo Cronisti Liguri oltre ad esprimere la massima solidarietà possibile al collega esprimono forte perplessità per questa decisione dei giudici di secondo grado seppure in attesa delle motivazioni della sentenza.
Perché il reato che è stato riconosciuto – eccesso colposo legittimo dell’arma – non interpreta quello che è realmente successo in piazza.
Stefano era in servizio per il suo giornale “La Repubblica”, stava raccontando una protesta di piazza contro un comizio dell’estrema destra e si è trovato poco dopo su una barella del pronto soccorso del Galliera con dita fratturate e tumefazioni agli arti perché manganellato da poliziotti del Reparto Mobile.
Sempre oggi siamo venuti a conoscenza del fatto che per il tribunale di Genova essere presi a manganellate in piazza non è un fatto di competenza della magistratura ordinaria ma del giudice di pace.
Manganellare un giornalista indifeso, anzi, inerme e a terra resta – venti anni dopo il G8 – una ferita che quanto stabilito in sede processuale non ha rimarginato”.