Medici senza Frontiere salvataggio migrantiLa Spezia – Arriverà nel porto spezzino nella giornata di sabato la nave Geo Barents con oltre 200 migranti soccorsi da Medici senza Frontiere nelle acque davanti alla Libia e che, invece di approdare in un porto vicino dovrà arrivare sino sulla costa della Liguria, a 100 ore di navigazione.
A bordo bambini, donne e persone stremate da un viaggio allucinante su un gommone a rischio di affondamento e che invece di poter toccare terra nel porto più vicino, come vorrebbe la logica, dovranno restare imbarcati a bordo della Geo Barents per diversi giorni Una decisione del Governo italiano che ha dichiarato “porto sicuro” quello di La Spezia con la motivazione di voler alleggerire i porti del sud Italia, preparati da anni agli sbarchi e, secondo le interpretazioni di molti analisti, porti più idonei, per la distanza da percorrere, per una efficace e rapida assistenza ai naufraghi.
La vicenda sta infatti scatenando le polemiche e le proteste poiché, per arrivare a La Spezia, la Geo Barents di Medici senza Frontiere dovrà navigare per circa 100 ore per arrivare a destinazione, cercando di assicurare l’assistenza e le cure a naufraghi che potevano essere trasferiti in un porto ben più vicino e attrezzato – come da disposizioni del diritto internazionale che, quando fa riferimento a “porto sicuro” difficilmente prevede una scelta del Governo del paese coinvolto ma semplicemente il trasferimento dei naufraghi nel porto più vicino e attrezzato a offrire assistenza necessaria.
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha già assicurato che tutto sarà pronto per accogliere i Migranti e che non saranno poche decine di persone a mettere in difficoltà la Liguria.

Il sindaco di La Spezia, Pierluigi Peracchini, ha confermato la piena disponibilità della città ad accogliere i Migranti

“La nave Geo Barents che ha avuto l’assegnazione come porto sicuro La Spezia dovrebbe arrivare entro sabato – ha spiegato Peracchini – La Prefettura, insieme all’Autorità Portuale, al Comune, ad Asl, sta coordinando tutte le attività inerenti allo sbarco e alla gestione dei migranti. Il Comune su questa vicenda ha competenze residuali, perché solo nel caso in cui i minori non vengano ospitati in misure protette così come previsto dalla legge per il periodo transitorio, il Comune dovrà assicurarne una loro collocazione. È una situazione comunque delicata e non banale, che stiamo seguendo con grande attenzione, minuto per minuto, perché non abbiamo risorse per affrontare tematiche così importanti soprattutto dal punto di vista umano. Sarebbe maggiormente opportuno che certe decisioni di assegnazione fossero accompagnate a risorse mirate e percorsi di inserimento nel pieno rispetto della dignità umana che deve venire sempre al primo posto. Da parte nostra, comunque, c’è piena disponibilità e collaborazione proprio per garantire che le persone abbiano tutta l’assistenza necessaria”.

Sul caso della Geo Barents è intervenuto il Partito Democratico di La Spezia che ha definito “inumana” la decisione di far arrivare i Migranti sino al porto ligure, con un viaggio di 1200 chilometri.

“La Spezia e i suoi abitanti accoglieranno nel migliore dei modi i migranti che arriveranno in porto sulla Geo Barents – dichiara la deputata del Partito Democratico e segretaria regionale ligure Valentina Ghio – Sono 130 persone, bambini, neonati, donne e uomini salvati in mare a 1200 chilometri da Spezia, bisognosi di cure, di assistenza, che a causa dell’insensato decreto naufraghi voluto dal governo Meloni – che proprio oggi è all’esame in commissione parlamentare e approderà in aula nei prossimi giorni – devono affrontare 100 ore di navigazione in più in condizioni di salute precarie. Dimostrazione della disumanità di questa misura, le cui conseguenze ricadono, come sempre, sui più fragili. Siamo di fronte a una chiara violazione delle norme di diritto che mettono al primo posto il salvataggio delle vite umane. Un provvedimento che ostacola l’attività di ONG e soggetti che salvano vite in mare obbligandoli a cercare porti lontani rispetto alle aree di soccorso, facendo perdere tempo utile per salvare altre vite”.

“Spezia è la città di Exodus, nella storia di questa comunità non mancano esempi di solidarietà, accoglienza e umanità, auspichiamo che anche in questo caso la città sia all’altezza della sua storia. Parlando a nome mio e della comunità che rappresento dico che siamo disponibili a dare tutto il supporto necessario nelle forme e nei modi consentiti, in collaborazione con le autorità locali e competenti”, aggiunge Iacopo Montefiori segretario provinciale PD Spezia.

“Siamo sicuri che la nostra città accoglierà al meglio chi arriverà qui dopo 100 ulteriori ed evitabili ore di navigazione, che le hanno esposte a un grave e altrettanto evitabile rischio, tenendo conto del fatto che sull’imbarcazione sono presenti 25 minori e 9 neonati. Un rischio su cui il governo non ha intenzione di intervenire, come si può dedurre dallo scellerato contenuto del decreto di questo governo in materia di Ong, ma su cui come PD abbiamo intenzione di tenere il faro puntato”, conclude Martina Giannetti capogruppo PD in Comune a Spezia.